+ Al nome di Dio, amen. Dì VIII aprile 1384. Egli à buon dì ch'io non ti scrissi, tra per none esere stato qui e ancho per non esere suto di gran bisognio, (e) simile da te non ò auta lettera; e questa ti fo solo perché pensi mi ricordi di te. Io scrissi una a te (e) Matheo, perché, se l'uno non fosse chostì, l'altro l'avesse, (e) simile perché tanto ò partito cho· l'uno quanto chon l'altro; e per essa vi dissi molte chose, e fra l'altre ti scrissi mi comperassi canne II di panno di Firenze cilestrino su cholore d'aere, chome già a boccha ti dissi, cioè di quello non si trova il pareglio, e simile bracio uno di scharlatta, alzì di Firenze, fina e non troppo alta di cholore. E mai da te non n'ebi risposta, e non so se sè vivo o morto, e ben si pare che pocho ti richordi se non di chi tu vogli. Or chome che sia, già per questo non mi romparò ma sarò a te vi' più plachabile, dato che torto mi paia fare. Qui giunse Matheo fino a dì 27 del pasato, bene acompagniato, e sicondo mi pare, è stato a Gienova da dì 19 perché avia compagnia, ché chome sai altra volta vi ristè bene altanto per non averla, quando qui dovia tornare, e ancho chostì mostra stesse sospeso bene altanto per aspettare alchuna tu' informazione. Or chome che sia, egli è qui salvo, per la Dio grazia, e parmi si ricordi di detta informazione (e) simile sì à richordato per lo rispetto ne vedi, e ancho qui à grascia a ghola e de la pancia, e gridi il malato se vuole, recha a somma i fatti, ché già mai non sta senza inviamento, e tutto dì chose nuove, e di te si richorda qualche volta. Domenicho da Barbarino gli à scritto qui che forte si maraviglia chome s'è messo a venire per terra al chamino dobioso (e) che a lui bastava un vaglio a venire a porto a salvamento (e) senza paura, etiaendio avendo chostì lasata la galea sottile, sì che a me pare di grande animo di tante chose s'intramette, e già per mutare paese non à niente perduto, quanto che migliorato s'abia. Il panno sopradetto ti pregho mi chomperi e mandi per le prime nostre balle per terra, per modo l'abi salvo (e) presto. Or fà chome voresti per te facessi, e basti! Qua al settenbre penso venire fino chostì per alchuni miei bisogni, se a Dio piace, per esere in nostra terra, e verotti a dare brigha qualche dì, sì che fà provisione. Per l'adietro ti scrissi ti mandamo una prochura fatta per Piero di Penes d'Arli in te e in Matheo di f. 90 die avere da' figliuogli di Manetto Parigi innazi fallisero, e perché di poi ànno sentore che ssi rispondono s. XV per lira, a me ànno preghato di questo vi gravi, e chosì ti pregho facci. Cerchi d'averne quello si può, e sapi da Giovanni de la Vettula, ché a lui fu prima comesso curasse detti fatti, e se lui avesse auti detti denari, gli ti fà dare per vigore della prochura e esso li ti darà. Or rispondi per la prima quanto n'ài seguito o quanto sè per seguire. E per simile ti pregho facci fare fine di sachi VI di lana d'Arli vi mandai per la nave Larchara, le quali son d'un chatelano di Perpigniano mio amicho (e) il rifatto fà di mettare in bale due di papiero fine, cioè I.a ricciuta (e) I.a piana, e 'l dimorante in seta da fregio de' cholori dettiti per altra, e mette la seta nelle balle del papiero (e) mandale a Barzalona per modo salvo senza fare alchuna menzione della seta, e scrive a chi tu le mandi ne facci la volontà di Ghuiglem Facci di Perpigniano (e) me n'avisa di tutto. Altro non so ch'io t'abia a dire, se non ch'io so' senpre tuo. Dio ti guardi! El tuo Andrea salute di Vignione. [indirizzo:] Stoldo di Lorenzo in Pisa, propio. A. [mano non identificata:] Risposto.