+ Al nome di Dio, amen. A dì XXIII settenbre 1386. A dì XVIIII.o di questo ricevetti vostra lettera, (e) visto quanto dite. Apresso rispondo. Io non ò potuto essare chostì per andarne chon gli 'nbasciadori, perché qui ò cominciato a fare un baratto d'una nostra pocissione, cioè d'un pezzo di terra di XX staia (e) altre chose, a che mi fa bisognio tornare f. C (e) bisogniami anzi parta dare modo ad averli, sì che per Dio, abiate perdono. Or nientemeno, se altro aveste di nuovo da Vignione, me n'avisate, però che subito sarò a chamino (e) lasciarò ogni altra chosa che a ffare abia; ma se chosì nonn è, a me sare' di gran bisognio estare fino abia messi in punto questi fatti che per tutta la semana che viene, cioè per tutto settenbre. E d'altra parte arei charo finare e fatti di Matteo d'Antonio, però che Ghino n'andava a Vinegia (e) a lui mi bisognia dare i denari, cioè f. CC; (e) altrimente non so chome farmi. Or chome che sia, se di nuovo avete da Vignione, ogni chosa lasciarò, ma ben vi pregho solicitare faciate Matteo che per Dio (e) per voi vogli tanto fare ch'io ne vada chon questo fatto pieno. Or io non so che dirmivi più sopra questa parte. A questi dì vi scrissi con lettere di Mino di Simone (e) dissivi chome ero per vendare il chavallo, (e) per ancho no· ll'ò venduto. Vendarollo anzi parta. Sì che mandatemi chome per quello vi dissi il ronzino per persona confidente, però che con esso n'andarò; del chavallo arò chapitale. Altro non vi dicho per fretta. Dio vi ghuardi! El vostro Andrea in Siena vi si racomanda. [indirizzo:] Francescho da Prato in Firenze. A. [mano non identificata; data di ricevimento:] 1386, da Siena, dì XXV di setenbre. Risposto.