Al nome di Dio, a dì 30 d'aprile 1394. Sarà chon questa una lettera a ser Chimenti, e chon essa una agli Otto; e pertanto all'auta di questa, se fosse meza notte, fate che ser Chimenti l'aba; e se chaso fosse che ser Chimenti non vi fosse in Prato, datela a ser Ischiatta e preghatelo che facca quanto io iscrivo a ser Chimenti, e che sia cho meser Piero, e diano quello ordine pare a loro che buono sia: vole essere tosto, e però siate soleciti a fare quello bisongna: che Idio mi tragha di tanta pena. Per Istefano di meser Piero, o per ser Andrea di Guiduco ser Santini, arete istasera mie lettere risposta alle vostre, e per detti mando le chose di monna Simona: fate quanto vi dicho a vostro podere. E i miei panni non mi mandate s'io no mando per essi, in però no volglo che si guastino a rechargli; manderò per essi Chastangnino, o io verrò insino chostà io se Guido mi dà la parola. Mandaci per Nanni da Santa Chiara, quando a punto ti viene, di quelle chose che tue creda che bene sia. In questa ora è venuta a me una femina, d'età d'anni 50, che la mi mandò monna Nicholosa, che fue chostì cho monna Giovana di Geri e dèe venire chostà a vedere la chasa, e provare noi e noi lei, di questa altra settimana. Non mi piace tropo perché àe marito e madre e filgluole; chol marito no vole stare, e sonsi partiti. È grande pena a trovare quello di che abiamo bisongno e però sarebe molto senno a sapere chonosciere il bene quando l'uomo l'à. Idio ti dea grazia che tti richonoscha de' tuoi erori chome io ne 'l priegho la sera e lla matina. Che Idio ti guardi. per Francescho di Marcho, in Firenze. Una altra donna di tenpo, che sta cholla Nanna d'Adoardo, si trovò in chasa e disse alla Francescha che volentieri vi starebbe ella chon noi, ma no lla vorei per nulla, per amore della Nanna. Credo che pure quando io ci vorrò durare faticha, e tue altressì, e delgli altri nostri amici, che pure ne troveremo. Ònne parlato a molti, ed ònne per le mani pareche: dirotti che seguirà. Non di meno fae tue di cerchare chostì per tutto, e vedi se c'à modo che niuna se ne truovi che sia buona. Da Genova òe, in questa ora, che di schiava io no ne istia a fidanza, in però che certte che nne sono venute, se l'ànno partite tra' loro parenti quelli che lle menarono. E però è buono lasciare guastare le chose che l'uomo àe in chasa, per averlle a cerchare poi e no lle trovare. Monna Margherita, donna di Francescho di Marcho, in Prato. 1394 Da Firenze, a dì 30 d'aprile.