Al nome di Dio, amen. Fatta a dì xxxj di marzo 1395. Franciescho, il tutto tuo Niccholò di Bartolo Freschobaldi, salute al tuo piaciere. Dissemi Bartolo di Niccholò chome tu eri istato al Porto, e chome tu avevi domandato teneramente di me, e chome n' eri venuto a desinare a Singna cho' filgliuoli di Giovanni di Berto; di ch' io mi dolgho forte di te, chome, essendo a Singna, non venisti a vedere un tuo amicho e servidore, pensando la grande chonpangnia e fratellanza che già abiamo avuta insieme, e venire a bere mecho, che, chome ch'io mi sia povero, ti poteva e posso dare melglio da bere che uomo di Singna, e non ne chavo niuno. Ma io istimo chettu il faciessi per due chose: la prima, perch' io non ti putisse di povero; la seconda, per non darmi niuna di quelle ischodelle di Maiolicha, chellavrei avute più care che settu me l'avessi donate d' argiento; ma sopra tutto riputo perchè non ti venisse di povero, tanto ti dicho chess' io arrivasse a Monte Murlo o al Montale o in chotesti paesi, io verrei a vedere te, e, vedutoti, direi: fatti chon Dio; però che mai non mi dee uscire di mente il benedetto viaggio che faciemo insieme al Porciellino, e 'l piaciere e diletto ch'avemo insieme della chanzone della Charina disuverata. Franciescho, io ti priegho chessettu vedessi niuno modo di darmi alchuno aviamento, o chostì o a Firenze, ch' io potessi guadangniare alchuna chosa, chettu non abi rispetto a dire: elgli è de' Freschobaldi; però chettussai chom' io ò già disprezzata la mia persona. Di ch' io ti priegho ti sia a mente e ch' io ti sia rachomandato. Altro non t' ò a dire. Priegho Idio che ti dea vita e onore e salvamento all'anima, e almeno chon uno o più filgliuoli maschi, s' elgli è di suo piaciere. Christo sia sempre tua guardia. Prieghoti mi rispondi per tua lettera, chè veggendo tua lettera mi parrà vedere te. Aparecchiato sempre a tuoi piacieri e servigi, di Singna salute, cho rachomandarmiti. Franciescho di Marcho in Prato propio.