Al nome di Dio, amen. A dì 3 gienaio 1406. Honorevole padre carissimo. io v' ò scrito a bastanza ne' tempi pasati, benchè da voi propio, più dì fa, non ho avuto lettere. Sono cierto le gran faciende v' ochupano molto; ma per darvi a sentire delle nostre consolazioni e alegreze, ve scrivo questa, con ciò sia ch' io abia dato donna a questo mio filglolo, la qual è nata per padre de cha' Dandolo e per madre de cha' Morezini, ciovè le milglor chase e lle più nobili di questa terra. Non ò cierchato avere deinari, ma chasa chostumata e nobile, e così ò tolto, e per tuti ne sono stato asai lodato che tanto onorevolmente e realmente io abia fato, e à voluto Idio che tuti coloro i qual sempre sono stati mie' charisimi magiori e amici apunto co loro io mi sono inparentato. Però ralegratevene con madonna Malgherita e co la Zinevra, e con tuti i vostri di chasa. Altro non vi scrivo. Io sono al comando vostro. Idio vi guardi. Polo di Zuane, in Vinegia. Discreto viro, domino Francescho di Marco propio, in Firenze.