Al nome di Dio. A dì 23 di febraio 1393. Per Cristofano e per Chastagnino ricievetti tua lettera; no' t'ò risposto per no' avere il bisogno, e ora dirò pocho, perché so che ora sène in su le faciende e ài pena assai: sarà tutto per nostro bene, piacia a Dio che chosì sia. Per Nanni da Santa Chiara ti mando uno paio di choponi e sì tti mando due some di lengne, e mandoti 12 pani; no' te ne mandai sabato più, perché dubitava che ttu no' tornasi e io n'avea fatto fare pocho; òne meso inn ordine che n'arai martedì, s'à persona verà chostà. Dine da mia parte a la Franciescha che facia fare in bottoni chome fosono per lei. Mandoti la ciopa ch'òne fatto al Chastagnino. Òne inteso da Filipo chome tu ài donato la chinea a meser Bartolomeo: piaciemi, e parmi ch'abi fatto molto bene; a questi punti no' si può erare a provedere e' suoi pari e gli altri che posono quanto lui: no' ci è rimaso migliore ughuento che questo ogi, non è niuna crepatura che no' saldi, pertanto si voglio ghuardare e spendere a questi punti, ché se no' fosono questi chasi, aremo bisognio di molto pocho. I' òne isperanza i' Dio che questo fatto cie ne farà tropo più avanzare che no' ci sene ispenderà: perciò ti priegho che te ne dia meno manichonia che puoti, e rifidati nella buona ragione che ttu ài; se ttu fosi inn un altro luogho viverene cho' più manichonia che io no' fone, ché, sechondo el detto di Cristofano, ti fano tanto ch'òne paura che no' ti avezino a sì fatto modo ch'io ne sapi loro male grado. Per questa no' ti dicho più, per altra ti dirò più largho; ma, che abiamo buone novele, piaccia a Dio che chosì sia. Ser Chimenti fu qui a me e disemi chome Niccholaio Branchacci aveva chiesto chorso, ché avea udito dire che noi n'avamo: io gli risposi la verità, chome noi avamo auti due charategli di malvagìa, e l'uno avamo donato al maestro Matteo e l'altro avavamo, e non era né chiara né in punto da bere, la chagone era per questa tribulazione che ttu ai auta. (volgi) Non era fatto quella choncia che si dovea; parve a me di farne choperare e chosì parve a ser Chimenti e Cristofano, e chosì si fecie; e poscia parve a ser Chimenti che si dovese loro mandare uno fiascho di vino di quello che noi beiamo; no' pareva a me, perché no' mi pareva buono; volevo ch'egli ispilase una botte: no' volea; mandoci Baronto per questo fiascho, fecine pure a mio modo: ispilai quella botte che noi dobiamo bere dopo questo, e fecine inpiere loro due fiaschi e mandai a dire a Niccholaio Branchacci che, se piaciese a lui e a chopangni, che ogi metterei la chanela, e mandasono quanto a loro fose di bisognio; e più gli dise che gli diciese che se ci avese fatto avisare di questo chorso, che da Pisa n'aremo fatto venire. E' uomo ch'è vagho di queste chose; èmi detto ch'era molto bene servito: no' si può erare e stare bene chon ogni persona. Ieri avemo una lettera da Pisa, viene a voi e una di vettura che cci mandò libre ciento di lana lavato di San Matteo, entrovi uno stagnone di trefola: faremo d'avelo qua, e chon questa fia detta lettera, e quella de la vettura tengho qua. Idio ti ghuardi senpre. per la Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1393 Da Prato, a dì 23 di febraio. Risposto dì 24.