Al nome di Dio. A dì III di giugnio 1395. Riceveti tua lettera, per la quale òne inteso e in questa farò risposta. De' tuo none avere risposto a la mia lettera monta pocho, e de' tuo avere diliberato di stare chostà tuta questa setimana, sono chonteta, pure non sia piùe devere de venire tue quane per uno dì, no' so che si sia di bisongnio, per me, se altra facenda no' c'ài a fare; priechoti ti spaci il piùe tosto puoi, perché siàno giàne a meza 'state e no' ce ne avedreno. Io porto grandisima pena de la stanza tua chostà per piùe chose, le quali atre volte abiamo deto insieme; priechoti che questo veghiare e questo disodinare no' facia, e sì per te e sì per la famiglia che tu ài techo, ché fa pegio una mala note e uno mal dì che no' fane uno mese di verno. E' fiascho del vino ti manderò per mona Fia. La chata, quando l'arò, faròne migliore ghuarda potrò. De' legere fone pocho, perché c'ò trovato altre facende a fare. E òne achoncio la choltrice, chome tune mi dicesti. La farina tornò preso a venti staia. Del ghuardare bene e serare bene l'uscio no' ti bisognia avere pensiero: faròne sì starà bene; vòmi a leto a buona ota, chosì v'adasi tu che cià è ota che siamo tuti ne' leto a le XXIIII ore. De le manichonie ài, m'icrescie; ma i' no' vi poso metere rimedio, ma tue ve ne puoi metere una buona parte, se tu vuogli. E' panne mia voglio: le tre cope e mio mante' e due mia chapuci che v'è l'uno cilestrino e l'atro pachonazo; e sì voglio la mia chota, se ài animo di stare quie questa 'state; e mandami le mie gubie de' pano lino, e' mia ghuarneli, che sono ne' chasone del mezo: e' sono tuti quanti di sopra che gli ò trovati, e chotali schapolini di quarnelo che sono a lato a quegli. Dine a mona Simona ch'io fo fare gli schodeloni e le schodele sue e, se piacerano a Domenicho e a me, gle manderemo chomu ch'ele sarano fate. E mio scritore è Ghuido che stane chon eso noi al fondacho. Altro per ora no' c'à a dire. Cristo ti quardi, rachomandami a chi ti parà e salutami a chi ti pare da mia parte. per mona Margherita, in Firenze. Franciescho di Marcho da Prato, in Prato. 1395 Da Firenze, a dì III di gungno.