Al nome di Dio. A dì 5 di gungnio 1398. Questa sera ricevetti tua lettera e chon esa una andava a Barzalona e una a Nicholò di Piero, e fecile dare loro. Le lettere di Pagholo di Lioncino avemo stamane, ch'era terza, e di subito die' la sua a ser Nichola e una a Barzalona e non ti rispondo, perché non trovamo per chui mandarla. Le sacha e la zanella e la tovagliuola abia' riaute. De' botoni della Ginevra ò veduto e somi diliberato ch'io no' gli voglio a questo modo: io gli voglio tondi e bianchi, chome sono quegli della ciopa bigia della Chaterina, in perciò che lla giuba è giala e non vi stanno su punto bene, e non vi si veghono questi picholini e la fanculla à bisongno, ch'altri l'arà visti; famegli chonperare venerdì matina a ciò ch'io gl'abia venerdì sera, e famene chonperare tre once. Nanni à ispento al Palcho quatro mogia di chalcina e qui a l'orto de gora n'ài ispento uno mogio di notte. I botoni ti rimanderòne venerdì matina, per Arghomento. Nanni non ti manderò, se tu no' mi di' venerdì che vi vengha cholla farina o quello che tu diliberi di volere. Per amore della chalcina, ch'è molto tardi, non ti dirò più; se domane ci sarà manchato nulla a rispondere, sì llo faremo. Idio ti ghuardi senpre. Di' Piero di monna Mellina, se tu vuoi matoni, che ve n'è de' be' chotti, sì che rispondi. per la tua Margherita, in Prato. Francescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1398 Da Prato, a dì 6 di gungno. Risposto.