Al nome di Dio. A dì 21 d'aghosto 1398. Ogi ti scrivemo per uno, che Nicholò ci dise ch'era da Firenze, e da te non n'abiamo risposta, né di questa né di quella che noi ti mandamo per Nicholaio Mastrice. Il detto Nicholaio è tornato e rechocci una zanella: entrovi dodici candoni e uno fiaschetto di malvagía e una tovagliuola e il tafettà e non c'à data lettera niuna; e i caldoni e la malvagia mandamo a Piero di Ghuiduccio, ed ebela molto chara e molto te ne ringrazia. Noi abiamo trovato una balia a Montemurlo e òla tenuta a bada e à i' late frescho, e sarebe istato molto bene, ma egli mi pare uno pocho tropo a lunge; e più n'ò trovata una in su la piaza della Pieve, che à i' latte frescho di due mesi ed èmi detto che l'è una buona balia ed à promeso che, se lla fanciulla sua muore istanotte, che sta per morire, ch'ella vi verà a mano a mano che l'arà sopelita. Io mi sono diliberata, ch'i' ò trovata una femina, ch'è nostra vicina nel Porcelaticho, ed è una buona femina e il marito l'à dato la parola ch'ella faccia quello ch'io voglio, ed à i' latte; ella verà chostà per eso chon quella chonpagnia ch'io le darò, e questa non sarà la femina che drovrà tenere: parmi il meglio che voi me lo mandiate, io troverò bene il modo, quando il fancullo sarà qui, ch'egli starà bene e non ghuaterò a' chosto, e non dubitino, perché e' sia bastardi, ch'io ne farò chome se fosse mio. La balia, che Nicholò ti dice che crede avere, si òmene informata cho' lla nuora di Stefano d'Arigho, perché avea la fanculla sua, òlla domandata che è la chagione ch'ella l'à tolta la fanculla sua; dice che senpre mai quanto più la tenea, più lei diventava trista tra le mani; e anche mi dice ch'ella non n'à se nonne uno ochio, e anche mi dise ch'ella avea fatti i patti, la nuora di Stefano, chol Chastelano, ed e' v'è ito istasera Benedetto e dice ch'ell'è ne' Chasero: a me non piaceva; il partito ch'i' ò preso mi pare buono, che voi mi mandiate chotesto fancullo e lasciate il pensiero a me, ch'io troverò bene chi il terà tanto ch'io troverò una chosa buona che si farà per noi. Iscritto insino a qui, ricevetti tua lettera per lo Sacente: per questa ti farò risposta, e brieve, perché è molto tardi. Di mandare la madre, à' preso buo' partito a non mandarla. La Domenicha de' Sacente non n'à latte, che non sarebe buona a nulla ed è inferma. Di Domenicho ch'è di mala voglia m'increscie: priegho Idio che 'l faccia sano. A Piero di Ghuiduccio diremo da tua parte quanto tu ài iscritto. Noi avavamo fatti inafiare l'orto due volte; ogi è tanto piovuto che non bisongnia. Dice ser Nichola che non n'à anchora auto risposta di quello suo parente e che non sa se vo' s'è, e dice che gl'à auto molto charo voi andasti a vedere i' luogho suo, e, che de l'uno fatto e de l'atro, e' si spacerà tosto. A Nanni di Zarino dise Ghuido del grano e dice che non n' è rimaso se non perché le bestie de' lavoratore suo ànno auto male e però no' l'à mandato, ma che llo manderà tosto. Noi non rispondiamo chosì a ongni partita, ma iscrivi tu quello che tu voi che noi faciamo, e noi c'ingengneremo di farlo il meglio che noi sapremo; e perché noi non tti rispondiamo, non te ne crucare. Se tu sapesi, la faticha ch'i' ò durata e fatta durare all'amiche mie per cerchare di queste benedette balie: quande elle mi sono arechate alle mani, mi chonviene fare cerchare le chondizione sue e chom'ela sta e, quando altri viene cerchando, altri truova di nuove chose, e non n'è agevole a trovalle, chome altri si crede chi vuole le chose buone. Mandoti per Arghomento tre serque di pane nella scatola chon una tovagliuola, che due serque ve n'è del biancho e uno del bruno, e chon eso il mantello tuo bruno. Idio ti ghuardi senpre. Domane sanza fallo niuno manderemo per lo fancullo per modo starà bene. per la tua Margherita, in Prato. Francescho di Marcho da Prato, alla piaza Tornaquinci, in Firenze. 1398 Da Prato, a dì XXII d'aghosto. Risposto.