Amico carissimo, credetti questi ambasciadori facessono il camino per Melano. Perché là par che sia alchuno poco di mortalità e per non prolungare il camino, non vi fumo ma giungnemo a Pavia venerdì sera a dì cinque di questo mese, e da Pavia mandai lectera a Basciano per uno de' nostri che lle bisongnò andare a Milano, e scriseli ch'io - ladato Idio! - non aveva auto caso perch'io avessi bisongno di denari o d'altra cosa, e pertanto ti ringratiasse per mia parte. L'altra lectera ne porto a Vingnone. Tucti noi siàno venuti insino a qui sani e salvi per gratia di Dio, e così spero anderemo anchora inperò faciamo buona vita e ordinata e 'l caminare faciamo ad agio. Saluta da mia parte monna Margherita e Nicholò dell'Ammanato e 'l maestro Giovanni e dilli che per fretta non gli scrivo ma scriverolli come sarò a Vignone, e Stoldo e Piero di Filippo. Se posso nulla, sono sempre a' tuoi piaceri. Idio ti guardi sempre! Mandate queste lectere a Prato. Per lo tuo maestro Naddino da Prato in Pavia, a dì VIII d'otobre. [sul verso:] Francescho di Marco da Prato al canto de' Tornaquinci in Firençe. [mano: differente da Francesco] 1386, da Pavia, a dì XV d'ottobre.