Al nome di Dio. A dì 17 di novebre 1393. A' dì pasati v'ò scrito quanto è stato di bisognio, aretela auta e a me risposto se no lo fate pe questa e no fali. Io no v'ò iscrito chosì ispeso chome areste voluto, la chagione siene peché io sono istato bene di 15 dì forte malato sì che no v'òne potuto scrivere chome areste voluto, ma ora sono quanto, cho la grazia di Dio, vi scriveròne pù speso sì che abiatemi per ischusato. Noi vi traemo a dì 8 di novebre f. 300 di chamera fosono paghatti a Lando Vaneli e chompangni auti quane da Iachopo Micheli e chompangni per f. 1 3/4 pe ciento: fatene bono paghamento e ponetegli a chonto di que' di Vignione chome achociaste gli atri e no fali a ciò che no vi sia erore. Io vi mando cho questa 1 mazo di letere che vano a Firenze a Domenicho di Chanbio, quando l'avete le mandate subito pe modo salvo e no fali in però che sono di bisognio. I'ò quane in chasa 1 fardello di pele di chamoci e pele d'agnieline di Maiolicha ed altre chose quando ci sarà nuno mulatiere che vengha chostà ve lo manderò, quando l'avete a savamento mandate a Firenze a Domenicho di Chanbio e no fali. Io done la faticha a tene Papi di Giovanni di mandallo prestamente e no falli, le spese farete chontatele a Domenico. Di quane sono dispaciato di fare quelo òne a fare pe nostri di Vignione e subito pe la prima bona chompagnia mi partirò per andare a Firenze sì che siatene avisato. Io ti priegho tene, Papi di Giovanni, che mi sapi dire s'io venisi di chostàne s'io vi trovasi chompangnia per andare a Firenze che quane no ci àne chompagnia cho ch'io mi posa partire sì che sietene avisato di rispodemi di sìne o di no pe lo primo e no fali a ciò ch'io posa pigliare partito di fare qualche chosa e no falli. Io vi trarò di queta setimana f. 200 di chamera pe paghare alquna mercie ò chomperate pe nostri di Vignione fate sieno be paghatti e no fali. E poi no v'abiamo a trare pù danari in però v'abiamo trato la soma di f. 800 di chamera chome mi pose Bonisegnia da Vignione ch'io vi dovesi trare la soma di f. 800 di chamera e non più e chosì abiamo fatto e chosì n'avisiamo i nostri di Vignione chome v'abiamo trato la soma di f. 800 di chamera pe loro pe chomperare loro mercie sì che istane bene. Io vi mando chon questa 1 letera a Franciescho di Marcho che va a Vignione e chon esa àne 1 leghagio 11 bale di maglia e mercie che mandano a Vignione sino a dì 8 di novenbre volgi pe chamino da Vigliana: preghovi le mandiate subito pe modo salvo e no fali a ciò ch'egli abino i leghagio inazi le balle sì che siatene avisati di mandale prestamente. Altro no dicho pe questa, diròvi per altra. Io ti preghio te, Papi, quanto poso che m'avisi di quelo t'ò scrito di sotto in però che quane no ci à chompagnia da potene andare sì che avisami di chostàne e no falli prestamente. Cristo vi quardi sepre. per Giovanni di Domenicho di Chanbio salute di Milano. Per Franciescho di Marcho. Noi vi traemo insino a dì 18 di novebre in Atonio e Uberto Chavachatti f. 200 di chamera auti quane da Boromei e Giovanni Boromei per f. 2, 100, vataggio noi. Al tenpo gli paghate una volta e no pù e ponetegli a chonto di quegli di Vignone che tanti n'abiamo aconco noi. Cristo vi quardi senpre. Tenuta insino a dì 23 di novebre pe non avere pe chi mandala. Franciescho di Marcho e Andrea di Bonano, in Gienova.