Al nome di Dio, amen. A dì 14 d'ottobre 1394. L'utima vi scrisi dì 6 co lettera di quexti, auta l'arete e risposto. Di poi dì 8 per Domenico da Chastelonuovo ebi una vostra de dì 30 de l'altro e chon ese da Vingnone e d'amici, risposto ò loro e simile farò a voi per questa. Àmmi dato il detto Domenico per voi f. 204 in danari contanti che sono meglio che scritti 1/2 per cento sì che f. 205 che sono lb. 328 inperiali ò auto e chosì ò auto e posto a vostro conto e di que' da Vingnone e 'l simile fate a mio. E più ò auto dal detto sanza niuno chanbio f. 13 d'oro che sono lb. 20 s. 18 d. 2 inperiali che ssono pe f. 13 mi mandasti a pagare a Ghottardo di Iohani, sì che ponetili a mio chonto e chancelate la ragone e fativi dare il chanbio di qui al prego di sopra. Ora c'è a dire de' f. 200 di sopra del chanbio di choxtà qui che, d'aveli rimessi avedoli qui chom'ò auti, c'à 1 1/4 per 100 di vantagio però che avavate de' nostri e potavateli rimettere chome vi fu detto. E chosì ò da Boninsengna di fare perché di più vantagio furono rimessi a questi a dì 27 del pasato di chostì da Francesco di Bonachosero a 3 1/4 e poi ci è a chi riceve per lettera di chanbio 1/2 per cento vantagio che sono 3 3/4 e io n'ò avuto 2 1/2 sì che c'à 1 1/4 per cento che sono f. 2 1/2 ci dovete rifare. Dite chome s'ànno a 'choncare ch'i'ò da Boninsengna di far chosì. Pregio di più chose avete visto, sia chon Dio, se niente farà mutazione saprete. De la Boccia ita a Pisa siano avisati e simile chome lasciò roba de' genovesi a Saona tra quale le nostra, samene male e altro non se ne piuò. Idio ghuardi di danno. Di Luigi Saccho tornato da Napoli e di Steve Michele lascato a detro ò 'nteso, sia con Dio, debono esere le chose asai magre al preente. Ieri per amicho ebi un'altra vostra de dì 7 e chon ese da Francesco. Rispondo a lui per una sarà in questa, a voi dicho a bastanza di sopra e di nuovo no c'à a dire. Se none che vegio perché no rimettete i danari: priegovi rimettere queli avete di nostro però n'ò bisongno, fatelo sanza più dire. Qui s'è detto più dì è che a Vingnone àn fatto papa nuovo il Chardinale di Luni, i' niente nn'ò per anchora. Idio dia loro grazia faccino quelo sia bene e pace de la cristianità e che ss'escha di quexto erore che non è poco! Tenuta insino a dì 20 per non c'esere chi venga in choxtà. E di poi ieri per coriere ebi una vostra de dì 15 e vixto quanto dite: acadevi pichola risposta per 'l diro vi fo di sopra a bastanza. Ebi chon esse 1 gran mazo di conti da Vingnone, risposi loro e adoperòli quando sarà piacere di Dio. Sono avisato di Francesco Sparvier dè venire in qua e daràmi f. 100 in 200, sia con Dio. Prenderòli e poròli a chonto e poi farenno conto de' canbi che vuole Boninsengna sieno rimesi qui e nonn a questo modo. Ònne anchora parechi da spendere ma 'vendone auto bisongno chosì s'andava che 'n chostà chonvenia si traesso: deonsi pure rimettere poiché per Boninsengna v'è suto deto e che di suoi avete. Atendo rimettiate i rexto quando vi viene a taglio. Di nuove di Chatelongna ò visto: per più si chrede ghuera. Idio proviga e ch'e mercatanti no ricevino danno. Esendo ghuera, di lane se ne potrà poche chavare e chonverrà per forza montino. Qui si stanno a' pregi usati e àccene poche e pure ci se ne loghora, saprete chome ci faranno. Cotoni di chostì de' fui che ce n'è venite alquante bale s'è venduto a danari lb. 14: chostando costì lb. 12 c'è pocha grasscia. Né altro per ora vi dicho, Cristo vi ghuardi. Tomaso di ser Iohani in Milano, dì 21. Francescho di Marcho e Andrea di Bonanno, in Gienova.