Al nome di Dio, amen. Dì 28 di gungno 1395. A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e ora è pò a dire. Ebi una vostra dì 17 de dì 12 e no vi risposi perch'ò auto a fare quando il fante partiva e poi non era a dire. Le lettere mandate con esse ebi e sta bene. Come detto v'ò, da Vingnone scrissono a dì 26 de l'altro per vostri mani e anchora no m'è arivata: dite se niente ne sapete. Per anchora non s'è fatto niente de la lana e per solicitare no resta e a volella gittare ora via non sarè bene: teròla un pocho tanto verà chonpratore e avanzeròla il più si potrà. Conto de la vernice non fo per questa perché non s'è potuto fare tare del sacho che l'amicho l'à tutta anchora: se nne dovesse votare un sacho la fareno e dirò conto. E se mandare farà per voi, ne potrete mandare 1 soma ma 'tendete il conto vi farò per la prima: àcci spese asai, vedrete chome andrà. Il zafferano ò auto da Vingnone e mostrato l'ò e non c'è che agungha a s. 45. È mè mandare a Vinegia e sì farò per lo primo: èvi assai più vantagio che finilo qui. Tuttavia, se me trovassi s. 48 prendereno il primo guadangno. Diròvi chome se ne farà per la ragone che è asa' bel zafferano. Non vi dicho altro per ora. Saràcci una a Vingnone, mandate per lo primo e non manchi: penano a gungnere assai di costì a Vingnone, non so che chamino fano. Chanbi per coxtà 4 1/2, Vinega 4, Pisa 2 1/2 per cento pegio. Cristo vi ghuardi per Tomaxo di ser Giovani in Milano, dì 29. Francescho di Marcho e Andrea di Bonanno, in Gienova.