Al nome di Dio, amen. A dì 30 di magio 1396. A dì 27 per da Pixa scrivemo l'utima e vostre non ò poi. E ora dirò poco e solo perché qui arivò ieri Antonio Manini che viene d'Inghiltera per eserre chostà e a Roma. E ora è aschaduto che questi Boromei mostrano dovere avere da loro da franchi 2.750: e danari che mandavano a pagare a Brugia sono ritornate loro le lettere indietro perché l'ànno auto forte a male, e anche sapete che porta come che questi sono richisimi. Or chome si sia, egli ànno fatto arestare qui questo Antonio e al tutto no voglio si parta di questo tereno che voglono 'serr siquri o pagati. E Antonio detto m'à richiesto de la promessa di f. 1.000 de la qual chosa niente ò voluto fare perché poi ci sono da voi è di pagare niente né promettere. E i' no vore' fare chosa n'avessi riprensione né danno chome ch'i' so bene la chonpangnia fa i fatti loro ma io non mi vo' distendere più oltre mi sia chomesso. E per tale ànno diliberato, perché questo Antonio pare abi bisongno d'eserr tosto costì per ire a Roma, che vada insino a Serrezana e qui aspetteranno risposta da' suoi di costì che li farà siquri di f. 2.300 e f. 450 ne sono in tenuta di due balle di panni ànno qui de' Manini. Sì che i suoi di costì chonviene che proveghino facciano la promessa sia fatta a Pisa per lo modo detto e che di presente mandino a Serrezana chone è fatto a uno di questi Boromei va in guardia insino là con detto Antonio. E questi Boromei ànno tratto a questi dì a costì f. 1.300 sì che s'e Manini li pagano non resterà la promessa di Pixa se non per f. 1.000, sì che omai proveghino elino come parà loro e presto. E per chagone di ciò mando questo dì un coriere a que' di Rugieri de' Ricci quanto, s'io avessi comesione da voi di fare niente verso loro conpangni, tosto li aremo tratto di brigha. Le 2 scharlatte ebi e per feste e piova non l'ò anchora mostra e per non 'serr tenpo: faròlo ogi se si potrà e voi poi aviserò sopr'esse che si potrà fare. Né altro dicho per fretta di chi parte. Cristo vi guardi. Tomaso di ser Giovanni in Milano. Disivi come da Vinegia mandò Zanobi 6 saccha di cotoni, non so se sarà più. Atendo da voi quanto s'è a seguire sopr'essi e se volete si baratti a fustani, averli in due mesi o circha, o se volete si vendino a danari per lo corso o a tenpo. Rispondete per questo fante che cci sarà presta e inanzi che cci sieno i cotoni. E dite i pregio di Vinegia, come che l'ò scritto là il dichino, a cciò sapiano quelo si può fare e dite a pieno. Finite le scharlatte e cotoni ne verò insino costà, come deto è, che se poso a dietro non vo' lasciare niente a fare. E in questo mezo la roba è da mandare a Vingnone sarà partita di qui e da Verceli che ordine sì dà, tutto pe mercanti di qui, di mandare o per un modo o per un'altra. Saprete che segurà. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.