Al nome di Dio, amen. A dì 10 di gungno 1396. L'utima vi mandai a dì 3 co lettere di Manno di ser Jacopo di qui e disivi quanto fe' di bisongno e vostre non ò poi e ora è poco a dire. E prima, per lo figluolo del Negrino coriere, vi scrissi e per lui vi mandai 500 aghugle che l'arete aute e risposto. I' vi dissi la chagone perché soprastavo d'andare a Firenze pe cotoni debono venire da Vinegia: fo ben conto tutto questo sarò qui e mutando proposito vi dirò. Da Boninsengna non ò lettera più dì è. Non so se danari v'arà rimessi: se cciò fosse, rimettete qui di presente come per più vi s'è detto che bisongno ce n'è. Al presente questi chanbi son bassi. Non so come di costì a Vingnone stano ch'è più dì non ò vostre lettere. Ora, per bisongno, vi mando a pagare questo dì a Orlandino Basso f. 100 per 101 1/2 qui da Giorgino Chaime. Al tenpo li pagate e ponete a conto di que' di Vingnone coè de' nostri e traete da loro se di loro non avete e noi avisate. La roba mandata a Vingnone più dì è per Brigha, quelo mandò quando noi n'à ricevuto: da Boninsengna niente n'è, penserà sia partito! Ora se mie lettere di là vi vengono, mandate qui insino vi dirò altro e ve n'ò più dì scritto come soprastò e la ragone. E a questi dì, poiché per Vigliana non si piuò mandare, abiamo ancora mandato altre robe per Briga, idio la conducha. Disivi come Antonio Manini fu qui e quelo avea seguito cho Boromei di qui e di quelo mi richiese e non 'l servì perché da' magori non ebi mai per loro fare niente. Ora da Firenze s'è proveduto a quanto bisongna per ragione ànno i Boromei di là. Èsi detto di più faliti a Firenze e di nuovo Rugieri de' Ricci che cci dispiace, ora piaccia a Dio la chonpangnia danno non riceva da esi. Né altro per questa vi dicho. Cristo vi ghuardi per. Lane di San Matteo lb. 14 s. 15 in lb. 15 cento a danari. Altre cose a uso. Tomaso di ser Iohani in Milano. Francescho di Marcho e Andrea di Bonanno, in Gienova.