Quest'ora giunse
Fattorino con vostra lettera, piena di
belle viti, intorniata d'
àlbori fioriti e fronzuti; e temo
non sia bella
vigna sanza
uve. E questa risposta e queste mie
lettere mi siano testimoni, che nella giunta di
Fattorino io
v'avea nell'animo; e andando per
casa, con la mente vi
scrivea, e voleavi ricordare i grandissimi danni vostri e i
miei; e com'io vedea la scure a' piedi, che tagliar dovea e
troncare tutti i sogni e tutte le favole in che altre
s'avvolge. E diceva io: che è a dire, che questo uomo sia
stato nove
anni per fare uno nidio, che non v'ha a stare se
none come arebbe a dimorare a
Montelupo quando v'
albergasse,
e avesse andare a
Pisa! uomo c'ha auti tutti i diletti del
corpo; le ricchezze e gli stati cognosce che sono nulla,
perchè s'hanno a lasciare! uomo c'ha da Dio buona notizia di
queste cose transitorie, e con le parole sempre le sprezza e
annulla! uomo d'etade d'
anni 65, come che e' si dia a creder
di meno dieci, per ristorare l'opere vecchie, messo nel mezzo
al
verno a
murare uno luogo che non arà mai fine; con tanta
avidità, con tanta forza di volontà, con tanto affanno e ira
e tribulazione, che non sapre' disegnallo con penna, ma tutto
con la mente ogni dì
veggo e intendo! uomo che possiede tanto tesoro, che ne
potrebbe fare uno fuoco e una acqua viva che saglirebbe
insino a vita eterna! uomo che trent'
anni o più gli ha
prestato Iddio tempo d'ordinare il modo del morire e
istribuire il suo
patrimonio, ed egli si troverà uno
testamento nel quale è
reda il santo
Vescovo che fia di
Pistoia! Certamente, amico carissimo, io amo più l'anima
vostra che a voi piacere: e lo vostro trapassamento non
affliggerebbe i vostri amici, capitando voi bene; ma se
cadeste male, e io v'ami, mai non debbo esser contento. O
santo o buono
Boninsegna, che insino di
Ponente scrive al mio
amico, che tutto 'l senno dell'uomo sta in cogliere in
avanzare in cognoscere il tempo e allogarlo bene! Per Dio,
attendete alle mie voglie; e io vi prometto che a me e vostri
ammonimenti non cadranno in tutto. Io gli veggio molto
volentieri; e più ora che mai, che per uno
libro, ch'io leggo
or la notte, di santa Brisida, ch'è pochi
anni fa che morì, e
fa tutto giorno più miracoli che altro santo si ricordi; a
cui ogni dì e ogni notte si può dire parlava Cristo e
l'Agnolo, come si facea insieme san Piero e san Paolo. A
tempo vel serbo; se 'l
murare, e 'l guadagnare questo tristo
tesoro, non mi vi toglie.
Domenico m'attende giù all'uscio mio: per lui ho fatto e fo,
per vostro amore, come per voi propio. La lettera vostra
leggerò a
Guido, che n'arà piacere, e dice bene. Il dì di
sa' Martino
sarà alla festa sua a
Macciole, se fia tempo. Non
credo venir con lui; e anche di lui non sono certo. Cristo vi
tenga le mani in capo; e questa
beatissima Brigida, serva di
Nostra Donna e del
Figliuolo, ve gli raccomandi. -
LAPUS vester. VII di
novembre.