Iersera di notte scrissi, e stamane la diedi a Stoldo. Non mi disse altro di vostra lettera grande. Questa vi fo solo, che se potete in qualche modo, diteci della cagione di vostra tornata, per darvi qualche aiuto o consiglio, se sapessimo; se ci doveste mandare Guido di bocca, o altre. Ma se per certi danari si dice sono costà sequestrati a certi, temeste che 'l Signore non vi richiedesse, ec., questo sarebbe più tosto miracolo che gran fatto; però che e' tiene questa Comunità per fratelli: e credo più tosto farebbe uno dispiacere a uno buono bolognese, che a uno fiorentino; massimamente amato da tutta la città come voi, e siete nello Stato imborsato in ogni borsa. Levatevelo da cuore, se ciò fosse: egli è pur riputato savio, e che e' perdona o ha perdonato a ogni suo avversario. Or tutta via queste cose possono esser in vano; chè altra cagione dovete avere che questa; e abbiatele come da Chiarito vostro, che è così savio. E tutto dico a buon fine. Se volete si procacci uno salvocondotto da' nostri Signori, che dirà in voi come ambasciadore, credo l'aremo. E' vassi più sicuro per le strade; se voleste andare a Vinegia, o altrove, prima. Voi intendete bene. Cristo vi guardi. - LAPO vostro. 28 maggio. Non mi ricordoe dirvi di questo salvocondotto nulla nell'altra lettera; e però fo questa.