Al nome di Dio, amen. Francesco di Marco Datini, mercatante di porta Fuia da Prato, cittadino fiorentino, sano per la grazia di Dio della mente e del sentimento, avengachè infermo del corpo e iacente nel letto: considerando se avere fatto testamento, scritto per mano di ser Lapo Mazzei notaio publico; e considerando sè ancora avere fatti suoi esecutori ad certe cose fare, le quali per esso Francesco a loro furono imposte; cioè monna Margherita sua moglie e figliuola che fu di Domenico di Donato da Firenze, e Luca del Sera, e ser Lapo Mazzei da Firenze, e Barzalone di Spidalieri da Prato cittadino fiorentino, e Leonardo di ser Tomaso di Giunta da Prato suo genero, colla balìa e auttorità a loro cinque esecutori data, ec.; e dicendo sè grande fidanza avere d'essa monna Margherita sua moglie, e degli altri esecutori predetti; e perciò non vogliendo che essi esecutori in alcuna cosa sieno molestati de' beni mobili e fornimenti masserizie di casa del detto testatore e delle altre infrascritte: inperciò volendo, oltra quello che è disposto nel detto testamento e nella detta disposizione delli esecutori, la sua volontà e disposizione disporre e ordinare, la volontà e disposizione d'esso Francesco ultima per li presenti codicilli così ordinò e dispuose, e in questo modo, cioè: In prima, per li presenti codicilli, esso Francesco lasciò, volle e dispuose, per ragione di legato, Che tutti e ciascheduni fornimenti e panni e arnesi e beni mobili e masserizie di casa della abitagione d'esso Francesco, esistenti d'esso Francesco, e ancora tutti fornimenti e masserizie d'esso Francesco esistenti e che si trovassono così nelle case della abitagione d'esso Francesco, come nelle case site dirimpetto, e o vero altrove in qualunche luogo, così nella terra di Prato, come altrove fuor di Prato, in qualunche luogo, appartenenti ad la masserizia; e tutte e ciaschedune bestie del detto Francesco, dovunche si sieno; s'appartenghino e espettino e appartenere debbano, con piena ragione, al governo e reggimento e administragione e guardia e disposizione e o vero dispensazione de' detti monna Margherita e Luca e ser Lapo e Barzalone e Leonardo, tutti e cinque esecutori del detto Francesco, e a loro cinque esecutori, e o vero a' sopravviventi di loro. E che d'essi beni, fornimenti, panni, arnesi e masserizie e bestie, e o vero d'alcuna di quelle, essi esecutori e o vero alcuni di loro in nessuno modo sieno tenuti, e o vero possano o vero debbano essere costretti o gravati e o vero molestati, per veruna ragione o cagione, dalli eredi del detto testatore, o vero dal Comune di Prato, e o vero da alcune altre persone, e o vero università, e o vero ufficiali ecclesiastichi, e o vero secolari, a fare e o a far fare alcuno inventario, e o vero descrizione, e o vero alcuna promessa, e o vero mallevaria di quindi prestare o vero fare, e o vero d'esse e o vero d'alcuna d'esse, alcuna ragione e o vero consignagione, e o vero administragione ad alcuno e o vero alcuni rendere, dimostrare o vero consegnare, in iudicio o fuori di giudicio, di ragione o vero di fatto, più oltra o vero altramente che essi esecutori volessono. E che ancora, oltra le predette cose, i detti esecutori, e o quelli che di loro sopravvivessono, possano e vagliano, da quinci innanzi, dopo la morte del detto Francesco, ogni volta, d'essi panni, fornimenti e masserizie e bestie, e altre cose mobili apartenente a masserizia del detto Francesco, dovunche si fossono, e di quali essi esecutori vorranno, o di loro sopravviventi, disporre e dispensare, e o distribuire e o vero dare, per lo amore di Dio, per l'anima del detto Francesco, e o vendere e o alienare intervivo, e prezzi di quindi ricevere e confessare, e o adomandare e conseguire, a cui e a quali e quando e come, insieme e o vero divisamente, una volta e più, e come i prefati esecutori vorranno; e o vero per sè tenere e possedere, usare e fruire e logorare e consummere, e ogni cosa fare che essi esecutori vorranno, tutti e cinque, o vero e sopravviventi d'essi, liberamente, licitamente e espeditamente, senza licenzia o vero requisizione o consentimento, e o vero contradizione delli eredi del detto testatore, e o del Comune di Prato, e o vero d'altra persona, e o vero università, ecclesiastica o seculare, presente e o vero futura, sì come esso Francesco, se vivesse, fare potesse, senza averne a rendere di quindi alcuna ragione. Domandato per me, se per le predette cose intese della pecunia, disse che non; dicendo, sè in domo non avere denari. E in tutte l'altre cose il detto suo testamento e disposizioni sue confermò. E questa disse, che volse fosse la sua ultima volontà, la quale volse valere per ragione di codicilli, ec.. Fatti furono i detti codicilli ec. per lo detto Francesco ec., in Prato ec., nel mille quattrociento diecie, indizione terza, a dì otto d'ogosto ec..