Don Giovanni a Francesco di Marco da Prato. Francesco di Marco da Prato, Don Giovanni dalle Celle dell'alpi di Valembrosa, pace e gaudio nello Spirito Santo. Tu ti maraviglierai come io scrivo a uomo non conosciuto da me: ma s'io non ti conoscessi, non ti scriverei. Guido di messer Tommaso (il cui nome credo sia scritto nel libro di vita eterna); conoscendo la mia fragilità e molto tempo ch'io ho, gli stridori de' venti e nevi grandissime che ci sono; come tenero di me, mi mandò l'uno de' tre doni d'una medesima cosa che tu mi mandasti; e con questo mi pregò, ch'io pregassi la carità di Dio che vi scampasse da questo ingannevole mondo, e ch'io ti scrivessi alcuna cosa per conforto dell'anima tua: i cui prieghi non potendo cessare per la grande sua divozione, scrivoti, non come si converrebbe, ma come io so. È vero ch'io non ti posso dire tanto male di questo cieco mondo, che tu non ne vegga più di me. Io sto in su questa alta montagna; e ragguardo cogli occhi dell'anima le navi che corrono, quali all'oriente e quali all'occidente, in cotesto pericoloso mare del mondo: e qual veggio che va ritta per lo cammino, col vento della grazia di Dio; e quale percuotere negli scogli, e rompersi, e andare nel profondo del mare; il quale è il terribile abisso dello 'nferno: e queste sono quelle navi che corrono verso occidente. Una similitudine pone la santa Scrittura della umana conversazione; e questa fu, quando Moisè aperse il Mare Rosso, e fece la strada asciutta nel mezzo, e l'acque stavano a modo di uno muro d'ogni parte, e 'l popolo di Dio passò sanza lesione, per andare in terra di promissione. Queste acque, dicono i Santi che sono le concupiscenze e i diletti di questo mondo; tra' quali passano coloro che Iddio s'ha eletti a vita eterna, sanza veruno impedimento di queste acque. Ma in questo Mare Rosso affogano tutti gli uomini c'hanno fatta loro città questo mondo; e fatti cittadini, si sono posti a sedere, e riposare nel mezzo de' diletti e concupiscenze carnali: e questo significa quegli Egiziani i quali, volendo passare il Mare Rosso, tutti v'affogarono dentro; e richiusesi il mare. Questo cieco mondo, non conosciuto, tutto dì fa male, e istrazia i suoi amadori: e non può fare tanto loro male, che non lo abbraccino con grande fervore. E Iddio, che ci ha creata l'anima e 'l corpo, e ogni bene ha creato per noi, non l'amiamo, anzi il fugghiamo: e abbiamo eletto piuttosto godere qui brevissimo tempo con pene eterne, che patire un poco qui, e poi godere in letizia sempiterna. Tutti i filosafi, tutti i teolaghi, tutti i santi uomini si fanno beffe di questo mondo; a' quali è molto da credere; e dimostrano, quanto sono false e fallaci le ricchezze sue: e noi, miseri, crediamo più a' goditori ciechi del mondo, che a Dio e a' servi suoi. Onde chi solamente contemplasse quello che visibilmente si vede, cioè il sepolcro terribile, il quale è il fine di tutta la gloria umana, basterebbe a cognoscere gl'inganni del fallace mondo. Non ci ha specchio che a quello si agguagli, a vedere la grande nostra ciechità: non ci ha scrittura che a quella agguagli. Tanta compassione ebbe Iddio di noi, ch'egli prese carne e fecesi uomo, e mostrocci la via del cielo; e a' mercatanti disse questa bella parola, fra l'altre: Che prode fa all'uomo, che guadagnasse tutto il mondo, e e' faccia danno all'anima sua? perocchè 'l Figliuolo di Dio de' venire nella gloria del Padre suo a giudicare, e rendere a ciascuno secondo l'opere sue. Oh quanto aresti allora caro d'essere stato sempre al servizio di Dio! perocchè le false ricchezze allora fuggiranno, e vedrai allora la falsità loro. Imperocchè non ti potranno atare gli amici e' parenti: tutti correranno al giudicio: e solo coll'opere tue ti ritroverrai. Queste sono quelle che ti difenderanno o accuseranno: nullo priego ti varrà allora. Or che dico io del giudicio? quando alla morte, che ci è così presso, riceveremo giudicio o buono o rio. I frati religiosi tutto dì predicano queste cose: e noi, ebbri dell'amore del mondo, non gl'intendiamo; siamo sordi. Or se così non fosse, non arebbe detto Cristo, quando predicava: Chi ha orecchi da udire, sì oda. Dicono i Santi: Tutti aveano orecchi; ma molti v'erano, ch'erano sordi negli orecchi dell'anima. E però, carissimo in Cristo fratello, avvediti a buon otta, innanzi che notte si faccia, nella quale nulla potrai operare. Mentre che 'l sole t'allumina, cammina verso da Dio: e come pellegrino, non ti porre a guatare i diletti di questo mondo. Iddio t'ha fatta molta grazia, che t'ha rotte le catene de' figliuoli; acciocchè tu sii servo suo, e amico. Pensa quanto questa vita è brieve, della carne: e l'anima ha vita, che mai non verrà meno. Vita sanza termine l'ha data Iddio; sicchè non moiamo, ma usciamo di questa casa del corpo: ma andiamo nell'eternità con quelle ricchezze che possono venire con noi. E però mandale innanzi, sicchè ti vegnano incontro alla morte, e rappresentino te dinanzi da Dio. Aiutati colle limosine e coll'opere della misericordia; e troverrai misericordia nel dì della grande nicissitade. Iddio per la sua misericordia dirizzi la tua via inverso lui. Data a dì primo di giugno 1392. - Don GIOVANNI DALLE CELLE, sempiterna salute.