Carissimo padre. Io sono giunto alla mia vota e isgangherata casa, e sono ito alquanto a rimeno per la terra; e ben veggo piu l'un dì che l'altro le vostre parole essere vere, in ogni cosa che con voi mi consiglio. Questo vi dico, perchè a me pare essere venuto in terra di Filistei: qui mi pare spento ogni allegrezza, e parmi che chi qui vive, vergogna abbia dell'esser vivo. E quanto a me, pare già esserci stato parecchi giubilei; tanta è l'allegrezza la quale ho presa della mia venuta! Or grazia n'abbi Iddio d'ogni cosa. Alla vostra scritta non ho ancora fatto principio, perche io non ho l'agio a mio modo: tosto mel piglierò, perchè mi tocca. Altro per questa al presente non dico. Priegovi che col vostro senno vi misuriate nel mangiare di frutti, perchè sapete quanto abbiamo detto del male che vi fanno. Raccomandatemi alla mia madre mona Margherita, e Luca per mia parte mille volte salutate. Cristo vi guardi. Fatta a dì 16 di maggio. - Per lo vostro figliuolo LORENZO d'Agnolo, in Prato. Francesco di Marco da Prato, carissimo padre suo, in Firenze.