Al nome di Dio. Adì 30 d'aprile 1411. Iscrittovi ne' dì pasati, poi per Lionardo avemo iersera la vostra. Rispondiamo apresso. Mandamovi ieri per lo charatore la lapida di Francesco, e non è chonpiuta. Verrà chostà il Pela lunedì e chonpieralla. Tutto el fregio vi si manderà. Fate fare la sipoltura nel choro, chome fa di bisongnio, e la lapida fate scharichare in chiesa e mettere in luogo non sia brancichata; e stia choperta; e allo scharichare e al trasinare abiate righuardo alle schosse, ch'ella è chosa si ronperebe tosto; e che ' chanti non si ghuastino. Lionardo s'è 'nteso cho monna Margherita, che basta. Delle storie de' dipintori non è altro a dire. Faccino tutto stieno bene, e piaceci che a mesere Torello piacano. Per Lionardo si manda a Scholaio il biancho ch'egli à chiesto, et ècci detto ch'egli è chativo biancho. Metta lavorio che n'abia honore. Al Franca si darà fiorini tre per l'oro, e, fatto l'arà, vi si manderà. Quando Anbruogio à bisongnio del suo, anche il dicha, o a chi manchassi, sicchè si dicha a chostoro lo mandino. Saracci le partite di Stefano di Geri. Rischontra ch'è resto. Non dicho più. Christo vi ghuardi. Lucha. In Firenze. 1411. Da Firenze. Adì 30 d'aprile.