Patri mio dulcissimo. Sacciati che mo' novellamenti ho avuta una novella di frati Martino, che non mi piaci et non è bona. Sicondo mio, parmi ha lassato sancto Yironimo po' c' à ricivuti libri, dundi io so' molto dolenti infini ala morti, et s'io avissi saputo tucto quisto, non aviria avuto da me una fistuca, anti l'avaria dispinsati per l'altro modo per ll'anima di quilla sancta perssona dil mio patri spirduali. Non dico più circa quista materia. Ovi scripto più et più altri lictiri che ad vuy piacissi di mandarmi quilli denari dili libri, et spicialmenti scrissi per Paulo di Rustico da Pisa: non so si avistiti la lictira. Io aspecto tucto di questi benedicti dinari, et non so quando virranno. Pregove che vuy mili mandiati lo più tosto che vuy potete, percciò che a me fanno grandissimo bisogno. Io mi ricomando ala vostra mana Lucia et ali soy uraccione, et Dio sia cum vuy. Amen. Amen. Data i Genua. Adi' VIII di febraro. El vostro Johanni di Calabria. Al mio dolcissimo patri Angilo di l'Agli da Firenci in Pisa