Cristo Charissimo chome padre. Ne' dì passati ebbi vostra lettera per la quale mi dite avermene mandata un'altra, la quale mai non ebbi, chè v'arei risposto. Per questa vostra lettera voi mi fate tante proferte che mostrano una salvaticheza, chè non si debono nè vogliono usare tra chi si tiene come figliuolo come fo io, ma voglionsi usare chon gli altri, sicchè per tutte le volte sia detto che meco non mostrate tanta salvaticheza, ma s'io posso nulla o potrò per l'avenire, voi non m'avete di cosa ch'io possa e sievi di piaciere se non dirmi el pensiero vostro ed io ne farò quello ch'io debbo. Vegho avete donato el vostro, chomechè ne sono molto chontento, però che l'avete donato a signiore, chello vale e ognindì ve ne potrà rendere buono e giusto merito. Che così piaccia a Dio di mettergli nel'animo ch'egli el faccia come può . E' mi pare che voi temiate della mortalità, e per questa chagione dite prochaciate torre casa a Gienova. Non penso per uguanno sia da temere, ma un altr'anno forse bisognierà; ma voi, che per la grazia di Dio e per la vertù vostra potete, non potete erare ad essere senpre in punto che quando vedessi pure el tempo non avessi a far altro che salire a chavallo; ma tanto vi dico, non per consiglio, chè chi consiglia chonviene che sia savio, che s'io fussi Franciesco, io non ne andrei a Gienova. Non ch'io non pensi che là non sia migliore fugire ch'altrove, ma voi sapete come e' gienovesi scoppiano de' fatti di Pisa, e a Gienova potrebbe fugire tanti fiorentini, che penso fia così, che fieno el fiore di Firenze, che sott'onbra che 'l duca di Borgognia o re di Francia lo faciess'egli, e' potrebono tirare la rete a una smisurata pescheria e tenergli tanto che noi faciessimo con loro patto del navichare per mare a loro senno, ch'altro non penso fusse loro soferto, e forse anche altro. Vovene avere detto mio parere, e, quant'io per me penso, ci sarà assai altri luoghi dove andare. Tutte le cose vostre acietto, ma quella bella casa da Prato e quelle posisioni che voi v'avete, starà meglio e più degniamente la guardia ad ogni altro c'a me. Salutatemi la vostra brigata e Lucha ; e se qua posso fare cosa vi sia di piaciere, schrivetemi due versi. Del danno vostro ricievuto in mare m'inchrescie come fusse in me propio. Christo vi guardi. In Saminiato. Dì XX di dicenbre MCCCCVI. Vostro Lippozo di Cipriano Mangioni.