Manifesta cosa sia a tutte persone che questa iscritta vedranno, che io Agabito di Jacopo Milgliorini, ispeziale et servente d'arme di nostro singnore lo papa, e conpangni in corte di Roma dobiamo dare d'ongni conto che avesimo auto a fare con Bonacorso di Vanni da Prato infino a dì XXVI di febraio, anno MCCCLXXVII secondo l'uso di corte di Roma, rimaso in acordo con lui, fiorini dugento otantatrè d'oro di reina di soldi ventiquatro la peza. E per sicurtà del detto Bonacorso io Piero di Bencivenni, conpangno del detto Agabito, ò fatta questa iscritta di mia mano, e ò dato al detto Bonacorso in gagio una idra d'ariento fine e una botilglia d'ariento fine, che pesano marchi quarantadue e oncie tre e danari sei. E il detto Bonacorso impromette di rendere i detti gagi a nostra volontà a me Agabito detto, a me Piero detto overo a' nostri procuratori, daendolgli noi i detti fiorini dugento otanta tre. E io Piero di Bencivenni detto ò iscritta questa iscritta di mia mano propia a dì XXVI di febraio, anno detto, e sugellata di mia corniuola. E promettiamo al detto Bonacorso di dalgli i detti danari di qui a un anno, ed elgli promette di renderci i detti gagi a noi overo a' nostri procuratori, o prima che l'anno, se prima potremo.