+ Al nome di Dio, amen. Dì XVI febraio 1383. Io sono stato in Arli da dì XI gienaio fino a dì XIII di questo per fornire queste vostre lane, e quando so' giunto qui, ò trovata I.a tua lettera fatta a dì [***] gienaio (e) risposta di II mie, sì che al dimorante chale pichola risposta. E lassando andare Tulio o Senecha, tu sai ch'io so' (e) sarò chome ch'io mi sia sempre tuo (e) a l'opare il vedrai. Visto ò come avesti le III cintule (e) la scharsella ti mandai, il che mi piace. Il chosto non mi richordo, ma da Buonensegnia l'arai, però che a vostro conto è. Sì che l'arai su le partite da voi a noi, se mai l'arete. Altrimenti non. Ma, se bene mi richordo, chostaro f. III 1/1 reina o circha. Gli speroni sono fatti (e) sono begli, cioè paia II. Simile ò auti da Perpigniano XXVI pettini di bosso, i quali ti manderò ne la prima balla faremo per chostì, (e) credo ne sarai bene servito. Chostano i petini l. 4 s. 4 barzalonesi; gli speroni non ò ancho paghati. Per altra t'avisarò del chosto. Fo conto mandargliti in qualche balla di tele. Quanto di' sopra le chose sono qui del vostro ò inteso, (e) chome per altra ti dissi, io vorei per amore di voi farle tutte d'oro, ma fare non si può perché posibile non m'è, ma in quello m'è posibile non ci mettarò infinta. Qui resta di vostro [] balle di carte reali, che niente si domandano, simile balle IIII.o carte riciute di 1/1 bu' (e) 1/1 grifone, (e) simile balla I 1/1 di carte piane di fiore. Lo stagnio vostro vendei innanzi andassi ad Arli a f. XI 1/1, che niente se ne guadagnia. Or come che sia, vale meglio avere fatto chosì che se ancho l'avessimo, perché ora non se n'arebe il pregio perché per questa nave n'è asai venuto in Tomaso Bossavino, bene che ancho non l'à tutto levato cholui l'à comperato. Quando l'arà levato, n'arete conto. Le carte bisognia aguardino ancho un pocho fino che loro ventura vengha. Noi v'avisamo buon dì à che, mandandoci voi di fini carte, si vendareno, (e) queste con esse, (e) arestene fatto benissimo. (E) a [sic] voi ci mandate ora carte piane di miglioramento (e) carte riciute non fine, sì che questo è il contradio al chiesto, perché e l'une (e) l'altre, s'altro non viene, si sono per posare. Voi fate vostri baratti, e poi volete che noi gli smaltiamo, (e) noi vi siamo male atti, chome tu sai. Or come si sia, io ne farò giusta il sapere mio quanto ragione vuole senza nesuna infinta, (e) simile del zolfo quando ci sarà, ché anchora è ogni chosa in Aguamorta, bene che subito sarà qui. È là stata per lo fatto della maladetta chiavaria d'Aguamorta. A Stoldo scrissi davanti andassi I lettera (e) lui avisai di tutto per simile modo (e) avisa'lo chome di pelliciaria ci avia asai gran merchato, cioè di boldroni d'Arli, ché alora s'aviano a grossi XXI dozina prima roba. Ora sono montati a f. II per chagione che molti n'à levati Mateo Benini per Antonio di Pavolo Corbizi. Perché per lo vostro chiesto, cioè di mano di Stoldo, chiedete caricha una di grana di Provenza, avendola a f. 300 reina, si tolgha, n'abiamo cerchato e in efetto non se ne trova in questo paese, se non in un giudeo forse cariche 2 1/1, (e) vuolne il meno f. 330 al peso di Teraschona che torna l. 4 meno per cintale che questo. Perché di poi abiamo da' vostri di Gienova, cioè da Bruno, di torne per voi (e) per loro, esendo buona, fino a f. 320 reina, per che fino a dì IIII di questo abiamo mandato a Gienova la mostra; (e) se vegiono da farvi pro, avisine presto (e) comperarella per voi (e) per loro, ché merchato non n'è fatto fino risposta abiamo da loro. Avisane Stoldo e intendetevene con loro. Io ò comperate, chome da Buonansegnia arete, cintali 300 o circha di lane d'Arli (e) fattone III sorte, di che per la nave Larchara n'arete le II. Sono saccha L, cioè XVIIII.o d'una (e) XXXI d'un'altra, (e) sono finisime robe (e) buon merchato. Chostano le XVIIII.o saccha f. V (e) f. IIII gro. X - chome per le mandate vedrete - di primo chosto; l'altra 31 saccha chosta f. IIII 1/1. Sapiatele vendare però che ne la luogha encharano forte ed àvene pochisime, e questo anno non ne sarà la metà degli altri per l'asai bestiame à preso mal chamino per le guerre. (E) fate conto le più chattive chostareno ora s. V. Siatene avisati. E più ò preso in acomanda saccha VI di lana d'Arli, della quale fate fine per lo corso, (e) fatela sortire perché grande avantagio à da l'uno saccho a l'altro, (e) ancho v'à nera (e) agnielina, (e) chostali f. IIII.o cintali o più su la luogha, sì che potetela baraghonegnare con le vostre. Or non mi stendo troppo in questa materia, però che per Buonansegnia ne sarete a pieno avisati. Uno mercatante d'Arli à nome Piero di Penes die avere chostì da' figliuogli di Manetto, cioè Antonio (e) Giorgio, f. 90, e quali dovia a un suo fattore era alora chostì, ed àmi pregato vi scriva per lui vi travagliate in averli, cioè quello li toccha, chome à risposto agli altri, e à fatta fare prochura in te e in Stoldo a rricevere e chittare detti denari, o vero quegli che a lira (e) soldo gli tocharà per li detti 90 f. Vero è che 'nanzi che detto fattore partisse di chostì, lasciò a Giovanni della Vettula rischotesse detti denari. Per che, in chaso gli avesse auti detto Giovanni, si contiene nella prochura che a lui gli possiate domandare, (e) auti, quitarlone. Detto Piero non scrive a' detti perché non saprieno legiare la sua lettera. [] asai basta la prochura, (e) detta prochura sarà con questa. Preghovi per amore di me vi duriate faticha in domandarli, ch'è uomo il vale (e) amicho della chasa. Preghoti mi mandi per le prime balle canne II di panno di Firenze cilestino cholore d'aere, al modo che qui dissi a Stoldo, finisimo (e) buono e con perfetto cholore di quello non si trovi il pari, e più 1/1 braccio di scharlatta di Firenze fina, e non sia de quella ch'è tanto ranca. E preghoti di questo sia ben servito, (e) tosto, e mandami il chosto, e io farò porre a vostro conto di qui. El saccho non ti mandarò ogiumai perché tardi l'aresti auto, ma per a tempo lo faremo fare e in tanto aremo auti di gran chamosci (e) buoni però che Tieri andarà tosto a Milano, sì che tu non potrai fallire. Altro non so t'abia ora a dire. Dio ti ghuardi! Soprascritta in te e in Istoldo perché non sapevo certo s'eri chostì o in chamino di qui. El tutto tuo Andrea di Bartalomeo salute di Vignione. [ ] ...no ch... [ ] glen faci... [ ] le si venda per lo chorso (e) ritraiate i denari a lo[]o ov... [] investiate in balle II di papiero fino, cioè balla I di piano (e) I.a di riciuto, ma che sia fino, (e) l'avanzo fino a la monta della lana gl'investiate in seta da fregio di Luccha biancha, gialla, vermiglia (e) verde per 1/4 di ciaschuna. E dette chose mandate a Barzalona a Falducio (e) Antonio che ne facino sua volontà. Detta lana fate sortire perché grande vantagio à da uno sacho ad altro. Simile perché v'à di nera e alquanta agnina. Altro non dicho. Dio vi guardi! [indirizzo:] Matheo e Stoldo di Lorenzo in Pisa [mano di Stoldo; data di ricevimento:] 1383, da Vingnone, a dì II di marzo. Risposto.