+ A dì 22 di
lulglo 1398.
Non v'ò scritto buon dì fa per no esere di bisogno. E' penso tosto sentirete a
Pisa si potrà tornare per la nosstra nazione a ffare le nostre
merchantie
sichuramente e cholle
franchigie usate, che ffia bonissima novella; e io vi dirò
intorno alquanto.
Pochi dì fa fu' a
Pisa e trovàvi
Angnolo degli Spini anbascadore per lo nostro
chomune sopra questo fatto, domandando le
franchigie chome prima e che
fossono sichuri di non esere rubati. E da' pisani gli fu risposto far quanto il
nostro
chomune volea; e, per quello senti', i pisani ci sichurano chon darci
sale
e che senpre starà la quantità in sul nostro
chomune.
E di poi è ito a
Firenze
anbascadore
Lorenzo Canpolini e 2
altri per chonchiudere questo achordo, e per caschuno si stima l'abino
fatto, però non v'era niuna diferenza. E io mi trovai a
Pisa e
Firenze e lascai le
chose in questi termini, sichè, se piace a Dio, tossto si potrà fare il chamino di
là. Sia in pacie e riposo di tutti.
Io sono stato fuori di
Livorno un
anno fa chagone della
ghuerra, e ora vi
ritorno alla facenda usata in fare e' fatti de'
merchanti. E senpre ò servito la
vostra
conpagnia, e ogni loro facenda è passata per le mie mani: chosì vi
priegho facciate per l'avenire, e che quelle chose c'avete a mandare là per voi
o vostri amici l'adiriziate a mme, che cho amore e ffede servirò bene, e per
padri vi tengho tutti. E nondimeno, mentre che 'l
traficho sta a
Pietrasanta, vi
fia II miei giovani a questo medesimo servigo, e sonvi stati pezza fa. Se vi
schade là alchuna chosa, chomettela loro e scrivete pure in mio nome.
Arete sentito o sentirete le novità uscite tra questi genovesi, e io ve ne dirò
parte. A dì 17 di questo entrarono dentro gl'
usciti di qui cho la forza de'
ghibellini, e sonsi achozzati insieme preso stamattina i
ghuelfi: ònne chapo
meser
Antonio da Montaldo,
Antonio di Guarcho e
Antonio Re; e ggià ànno
chorso mezza la terra sanza niuna ruberia. L'altra mezza tenghono i
ghuelfi
insieme chogl'
uficali del
re di Francia e per lo
re la difendeno. Ciaschuna delle
parti s'è fatto forte cho istechati e altre chose, per modo che duro mi pare i
ghibellini abino loro intenzione. E ogni dì sono alle mani insieme, tale che
insino a oggi tra dell'una parte e dell'altra vi sono morti 150 e feriti 250 o ppiù;
e anchora nonn à fine la chosa e niun achordo tra lloro si può fare. Vorebono i
ghibellini chorere la terra per loro, poi fare a'
ghuelfi la parte in sulla fetta; ed
e' son disposti prima a morire. Le chose son ite male e andrano peggio se Dio
non ci pone la sua mano: a la qual chosa, per la sua piatà e miserichordia,
pongha il rimedio buon sia. Siate avisati.
Danno bocie i
ghibellini non volere chacciare di qui il
re di Franca, ma
son parole generali. La
Reviera di chostoro è divisa
da parte a parte e
chonbattono chome qui. Il
Palagio e lla
piaza e
Chastelletto cho molt'altre
fortezze di qui si tenghono per lo
re e per li
ghuelfi.
Meser
Jacopo d'Apiano lasciai in
Pisa a dì 10: da presso era in chaso di morte;
poi non ce n'è altro.
E oltre non dicho. Son vostro in ciò posso. Idio vi guardi.
CHRISTOFANO d'AGNOLO, in
Genova, salute.