+ Al nome di Dio, amen. Dì XXII luglio 1384. L'ultima mia vi scrissi fino a dì [***] di questo, e per detta vi dissi in parte il bisognio, ma perché il fante partì sì tosto, non vi potei a pieno scrivare, ma quanto fallì a l'altra vi dirò per questa. Io vi dissi chome grande bisognio m'era l'essare fino a Siena per un mese (e) le cagioni erano queste, che sono asai necesarie: prima vi dissi chome per la moria el contado nostro è forte minuito di giente, il perché molte pocisioni restaranno sode perché sonno lungi a la terra, (e) simile di quelle sono presso, il perché noi abiamo le nostre forte lungi, (e) sono malestanti, e a buono tenporale siamo lassi farle lavorare; per che, esendo ocorso il chaso che è, sono male rimase e sonno per stare pegio, se rimedio non v'è messo. E chome altra volta vi dissi, noi non aviamo parente che per noi facesse un passo, (e) noi alzì, ché pocha chura n'abiamo di loro. Per che, quando mio fratello era là, pure si manteneano (e) pure si lavoravano, e con gran fadigha. Ora se n'è andato e so' rimase a nostra madre a governo, sì che potete pensare chome andare posono, venendo a mani di donne e per lo tempo è 'corso della moria per lo modo v'ò detto. Per che m'à scritto nostra madre che senza falta vi vada. Se non, che grande danno ce ne seguirà. Per che, s'io sarò là, io l'afettarò o a lo spedale o ad altri, o ne farò fine buono o per un modo o per altro, sì che migliorano loro stato, (e) simile levarò tanta faticha a nostra madre, che è la chosa che più mi grava, considerata quanta per noi n'à già durata fino a questo dì, e ogniun facci fighura di sé in simile chaso. Noi le siamo troppo tenuti però che col suo ci à alevati fino al dì siamo da casa partiti, e chi non à di tutto perduto il senno il de' conosciare, (e) simile fugire suo danno. Di che, considerate queste parti, e' m'è buonamente forza il chosì fare senza vostro schoncio, per cesare danno (e) vergognia, e questo non sarà che per un mese o per meno, e per Dio, esendo qui, Tieri non può avere disagio la bottega per sì pocho di tempo. D'altra parte, chome per l'altra vi dissi, egli è a me di grande bisognio che con voi m'abochi per conferire alchune cose con voi insieme di miei fatti di qui, però chome vo' sapete, quando con voi venni a stare, io vi dissi dal primo dì all'ultimo chome l'animo mio non era d'essare chon voi per animo di salaro 'spettassi da voi, ma feci conto (e) fo d'avere un padre aduttivo (e) di voi (e) di vostre chose fare quello conto si de' fare di padre e che a voi piacesse volermi per lo simile per figliuolo e servirvi a mie propie spese, se di vostro volere fosse II o III anni; (e) se a l'ultimo vi paresse avessi guadagniato alchuno onore (e) alchuno vantagio, che voi mel facessi, (e) se per mia nigrigenza si perdesse, voi ne fosse giudice e conoscitore. Per che per voi mi fu oltregiato, consegliandomi chome vostra chosa, il che v'ò forte a gradire del consiglio, (e) simile delle proferte dell'aiuto al tempo debito. (E) di poi quello medesimo m'avete per vostre lettere scritto, dicendo che al tutto volavate Buonansegnia presso di voi (e) che qui resterebe Tieri ed io per quello modo che voi ordenasse, con salute di voi (e) di tutti. Per che su dette chose mi so' tenuto fino che ò sentito il volere di Buonansegnia, cioè di non volere al presente essare di chostà, ma di stare di qua ancho IIII o V anni. Per che, non provedendomi la discretione vostra d'altra parte inanzi questo tenpo, a me sare' duro l'atendare però che fino a questo tempo ò animo fare di me stesso in gran parte mia sperienza, però che, se gli anni si potessero comperare, molti se ne passano noiosi che non sarenno, (e) trovansi alchuna volta per propia nigrigenza degli uomini vechi (e) vogliorosi, non alegando però il volare senza ale, ché rimedio si trova a le chose tutte salvo a la morte o a chosa già fatta. E come per l'altra vi dissi, l'amore che viene d'una parte (e) non d'altra non è legato né pregiato amore, ma venendo d'amendu', alora (è) verace. Questo dicho che fino a questo dì giusta a la mia ignioranza ò fatto delle chose vostre il debito senza nesuna infinta, (e) chosì spero fare per lo 'nanzi, dato che pocho sappi. Vi richordo so' da Siena ed ò già asai visto e pocho apreso, ma tanto vi dicho che mecho non sarete già mai perdente, e di questo vi farò dormire sichuro (e) senza dubio perché abiamo di che (e) anche abiamo di parenti ed amici. (E) basti intorno a la materia! Di poi ebi scritto fine a qui, ò auta vostra lettera (e) visto quanto dite. Rispondo a' bisogni. Voi vi dolete del mio non escrivarvi più spesso, (e) a buona fé avete gran ragione, salvo poi che Tieri è a Milano, però che pure abiamo un pocho auto a fare, per pocho si sia fatto, ed io a questi esercizi posso dire, non esendoci Tieri, esare solo, sì che ben bene non m'è stato abile. Pregovi questa magra schusa vi sia acetta fino che Tieri ci sia. Visto ò chome a l'urechie v'è venuta la volontà mia, cioè d'esere di chostà a la venuta di Tieri, il che mi piace, dato che prima el dovreste avere sentito per me. Parla'ne con quegli che ve lo scrisse (e) consigliandomi con lui lil dissi. Eso medesmo mi disse averlovi scritto, sì che da lui non mi bisognia cellare. Vero è che mai non sare' partito senza vostra licenza né con vostro sconcio, né simile senza il vostro consiglio. Simile ò visto chome dite che queste chose sonno fumi vanno per lo chapo a' giovani. (E) se fumi sono, voi vedete e rispetti ò da fare questo, sì che non n'abiate punto di maraviglia, ché troppo è duro fare suo danno di quello che uomo à, non sapendo dove per quello suo contradio si deba pigliare, ché quando è uno sconcio (e) uno aconcio, le chose s'agiustano troppo bene, sì che per Dio non paiano follie, ché bene so non è andare a la vignia, ché già altra volta feci il camino, e so che senza spesa non si fa, ma forza o nicistà non à legie (e) bisognia spendare a' bisogni, ché per altro non si guadagna, e quivi è il senno. Voi mi dite che male vi vere' a punto la venuta mia perché qui volavate dare altra ordine ne' vostri fatti (e) che da Buonansegnia ne sarò avisato. A che dicho non so che sia né mai non me ne parlò. Mostrata gli ò la lettera vostra (e) ancho m'à a dirne nulla, chome che a me non ne chale più ch'esso si voglia. Chon voi sta a fare il fatto mio. Io ò detto buon dì à a Buonansegnia dell'andare mio (e) dettoli che senza sconcio della bottega voglio che sia, cioè quando Tieri sarà venuto (e) io sarò tornato d'Arli da fare lavare cintali 400 di lane abiamo comperate per Basciano propio, che sarà a 1/1 settenbre. Sapete che poi si fa qui pocho per lo tempo mi fa bisognio stare, (e) chosì pare a Buonansegnia e a lui ò detto ve ne scriva. Non so se 'l farà. Recando a conclusione le molte parole per non darvi tedio a legiare lunghi sermoni, chome voi vedete a me è di gran bisognio l'esare a Siena per la cagione detta (e) simile l'esare con voi per pratichare l'altre parti v'ò dette, però che senza vostro conseglio non farò nulla. Per che vi vo pregare mi siate a questo abile per li rispetti vedete. Or io mi parlo con voi chome con padre (e) senza nesuna malizia o parlare dopio, e voi potete omai conosciarmi. Chome per molte v'ò detto, io ò proferto asaisime volte a Buonansegnia aiuto, (e) ora per la lettera vostra gli l'ò ricordato farlo volentieri (e) senza nesuna enfinta, dato non sappi la facenda. Sì che, per Dio, abiatemi per schusato, ché sapete come va, (e) altro no· si può. Le vostre chose mi so' al chuore (e) non bisognia ricordare, ché giusta al tempo arò da spendere in fare vostri fatti il farò senza enfinta, benché le 'ndizoni sonno tutte mutate qui, e fa bisognio voltegiare a vivare. Or Buonansegnia v'avisa di tutto, sì che non mi stendo a dirvene troppo. De' fatti di bottega non vi dicho però che da Buonansegnia ne sete a pieno avisato. Tanto vi dicho che pure ci si fare' bene asai, solo che sichuri ci stessimo. Dio ci provega! Altro non vi dicho per questa. Dio sia vostra guardia! El vostro Andrea di Bartalomeo salute di Vignione, a dì XXIII luglio. [indirizzo:] Francescho di Marcho Datini in Prato. A. [mano di Stoldo; data di ricevimento:] 1384, da Vignone, a dì 8 d'aghosto.