+ Al nome di Dio, amen. Dì XI febraio 1386. Da Milan vi scrissi II pichole lettere, (e) furo risposte di due vostre aute da Firenze, (e) di poi qui giunsi, non v'ò scritto, prima per non avere l'animo disposto a ciò, perché sempre sono stato con l'animo sospeso e atento a richoverare tutto o parte di quello che rubato mi fu; apresso per non avere aute lettere da voi. Questa vi fo perché crediate mi richordi di visitarvi, (e) alzì per dolermi con voi del chaso a me ochorso al venire da Milano qui, ché chome per Buonansegnia arete sentito, io fui preso fra Murmurone (e) Salte sulla terra del papa per IIII.o ribaldi, (e) fui tenuto un dì (e) mezzo (e) I.a notte leghato in un bosco, con gran paura di morire. (E) Dio merzé campai la persona, (e) ogni altra chosa perdei, che valeano f. L o più, salvo il chavallo che ben valia altanto. Or di poi, grazia di Dio, ò riauto il chavallo, magro (e) chattivo, (e) chostami più di f. XX. Sì che chosì sta la chosa. Io non mi stendo in dirvi chome andò, né chome fu perché sare' troppo lungho sermone, ma questo è l'effetto. E chome per le II vi dissi, io stei a Milan circha a un mese (e) là fornì tutti e chiesti fatti per chostoro, ché pichola chosa ne restò a fornire, (e) per modo che, se niente si facesse, potremo fare sì buon merchato e dare sì buone chose chome gli altri. Da Buonansegnia sarete stato avisato chome andò a punto. Siamo forniti per un pezzo, (e) di buone chosette. A gienaio facemo nostro ragionamento, chome da Buonansegnia sarete avisato, (e) per ancho non son saldi e conti, ma dentro VI o VIII dì saran saldi (e) sarete avisato chome va, né chome la chosa va grassa. Dio ci dia a trovar buon guadagnio per l'anima (e) per lo chorpo, (e) simile facci per lo 'nanzi! Che seguirà saprete. Io atendo da voi siate a Prato (e) abiate messo in ordine ogni vostro fatto passato (e) abiate messo per simile l'avenire. (E) quando il saprò, n'arò gran piacere per molti rispetti. Non vi sia grave scrivarmene II parolette quando v'è abile. Che Idio vi lassi mettare tale ordine che sia salute dell'anima vostra (e) consolazione (e) piacere al chorpo! Le chagioni perché io venni chostì furo II: l'una per esseremi abocchato con voi - (e) questa feci -, l'altra per chapitare e fatti ò a fare con le rede di Nofri Monachini. Questa cominciai (e) niente feci perché il tempo che chostì fui no· mi fu bastante. (E) s'io ben mi richordo, egli à omai uno anno che per voi mi fu scritto che non me ne chalia pensare, perché per voi vi si dare' buon fine; (e) di poi che chostì fui, per simile, il perché lassai stare quello (e) ogni altro mio fatto per essare a Milano, (e) voi il sapete. Il di che a me è chome se niente avesse fatto, (e) parmi che da chapo mi chonverrà fare, però che per l'ultima vostra, fatta in Firenze, di mano di Stoldo, dite che niente s'è di poi fatto de que' fatti (e) che le chose son più lunghe che huomo non pensa. Or chosì va ogni mia chosa. Amisi la fortuna preso a sdegnio, (e) vièmi in ogni chosa mala. Idio sia lodato di tutto! Vegio il detto di Matteo d'Antonio è vero, che disse questo: "È zucharo a quello arai anchora". (E) chosì va. Né per me altro riparo per ora mettare non ci si può. Per che io vi vo preghare, poi che le chose sono a questo dì, che quello che per voi vi si può fare si faccia, sì che se posibile è io abia fuore di lor mani il mio. Io ne scrivo a Stoldo (e) lui pregho apresso voi facci chome vorre' facesse per lui, ché a buona fé, Francescho, questo fatto mi dà gran malenchonia, e son disposto, se non si potrà meglio, lassare stare ogni chosa (e) vederne un fine, o buono o altrimenti. Per che, per Dio, vogliate, se abile v'è, ch'io non abia a richominciare, poi che fino a qui men so' condutto per vostro consiglio, fate che di tanto vi sia più tenuto (e) levaretemi di gran malenchonia. Non vi gravi dirmene per la prima quello ve ne pare. Or io son sì forte schaldato di questo fatto (e) di sopra agiunta la malenconia della presa, ch'io non so s'io mi dicho bene o male, e sto tutto otioso fino un fine non sia visto di questo fatto. Sì che, per Dio, siateci churoso, ché ancho ve ne ripregho. Quando giunsi qui, non ci trovai nessuno di questi signiori a chui potessi fare le 'mbasciate vostre. Eran tutti in Francia, e in questi dì son venuti. Per ancho no· gli ò visti. Vi starò e più a voi (e) a lloro vi rachomandarò. Non parve né pare a Buonansegnia di ritenersi col chardinale né che a lui avesse a dire quanto m'inponeste, il perché me ne so' lasciato fino altro abia da voi. A me parre da fare, etiandio che un pocho chostasse. Venghono ogni dì a chi sta qui C bisogni di loro, e vedetelo ora, chome da Buonansegnia sarete avisato, per lo fatto di questa prestanza ora messa - ché f. 600 ve n'ànno messi, e non è chi per voi parli - io n'ò detto d'avanzo (e) più non vi scriverò di questa materia. Seguitene che meglio vi pare, ché 'l minore fatto è il mio, ma ben n'ò detto mio parere. Quando voi mi mandarete la richordanza di quanto ò a fare per voi qui, il farò senza infinta, (e) chosì trovarete. Sì che fatelo a vostra posta. Io ebbi a Milano ragionamento con Basciano de' fatti avete a fare insieme. De' f. 250 di Giovanni de Richo, esso dice che, se di sua mano o de' suoi si trova chome esso sia tenuto di questi denari, esso vuole paghare. Or io mi richordo che voi mi diceste a Firenze che voi avavate lettera delle sue dove esso vi de' fare buoni detti denari. Se chosì è, la chosa (è) soluta. Altrimenti ci arà quistione, e non può essare senza. Or esso sarà qui. Avisatemi chome sta a punto, sì che, quando ci fia, ne possa cho· lui parlare; e se modo ci fosse che pianamente si chapitasse, esso sarà qui dentro I mese. Se n'avisate, v'avisarò che seguirà. Buonansegnia v'avisarà d'alchuno ragionamento aviamo auto insieme, ed è buona chosa, se venisse fatto. Diretene per la prima che ve ne pare, (e) quanto volete se ne seghua. A me ne dite una parola perché sia mia inventura. Fate conto al presente non si fa qui niente, (e) se altro tempo non viene, ogni uomo è lasso di vivare. Dio ci megliori! Fate conto civanze e usure in campo. Ogni altra chosa c'è morta. E conti vechi non so' ancho afinati, ed àvi opera per più d'un dì, se altro rimedio non vi si mette. Detto n'ò (e) dicho mio parere spesso, (e) altro no· ne posso fare. Ghino mio fratello è a Vinegia con un merchatante di nostra terra che à nome Mariano di Sozzino. È gran merchatante (e) richo huomo. (E) pertanto, se a punto vi viene, per amore di me li chomettete (e) fate conto di lui chome di vostra chosa. Avemo e II chofani dipinti, (e) la balla manPiero Borsaio in Aguamorta per errore. Ancho non l'aviamo auta. Atendiàlla di dì in dì. Dio la facci salva! E choffani (e) le chose dentro vennero bene a punto (e) già son vendute parte di dette chose, (e) tosto si farà fine della resta, s'a Dio piace. Egli è qui il vostro maestro Naddino ed è volontieri visto tra questi signiori. È huomo da bene (e) vale ogni honore. A lui mi so' asaisime volte proferto, ma per ancho no· gli aviamo mostrato la chasa vostra dalla bottegha in su. Farassi qualche dì di Quaresima agiumai. Il chavallo mio ò qui ed è in buon punto (e) fecemi buon servigio. Per ancho non ll'ò venduto. Pensone avere più di franchi LX. Che seguirà saprete. Né altro per questa non vi dicho. Cristo vi ghuardi! El vostro Andrea salute di Vignione. [indirizzo:] Francescho di Marcho in Prato propio. A. [mano di Stoldo; data di ricevimento:] 1386, da Vingnone, a dì V di marzo. Risposto. [mano di Francesco; annotazione:] Non ci à chosa che vengha a dire nulla di quello che noi andiamo cerchando.