+ Al nome di Dio, amen. Dì XIII marzo 1387. A dì [***] del passato, ricevetti una vostra lettera, a la quale alora non fe' risposta perché il fante partì sì presta [sic] che a me non licé iscrivare. Solo vi fe' II parole, (e) se non furo ben dette, non abiate maraviglia, ché grande ira (e) dispiacere mi fe' parlare, se fuore di dovere vi fu niente. A la vostra farò risposta per questa. Viddi chome avavate sentito, (e) di poi preso medicina. Sarete ghuarito, per la grazia di Dio, il quale lunghamente vi presti sanità! Dite, se questo non fosse, che voi m'areste scritto gran parole, per modo a voi non sare' stato onore; (e) se chosì è, ò più charo per onore di voi che scritte non l'aviate. Quanto per me, non avia gran dotta però che mecho non potete dire chose ch'io non volle bene udire, chome da padre, ché per chosì vi tengho (e) terrò quanto vorrete. Voi dite che mai non foste inghanato se non di me, e io dicho che salvo l'onore di voi, è a onto (e) vitupero di chi v'informa velenosamente Mai non inghanai né ebbi pensiero a inghanare huomo nato, (e) piacesse a Dio che a ciaschuno fossero l'opare sue scritte in fronte (e) sopra quelle sentenziato, ché molti sarenno e fabri! Mai né feci né dissi chosa che segreto fosse, e questo non è maniera degli astuti. Anzi sempricemente mi vivo (e) son visuto (e) vivarò quanto Idio vorrà, (e) sanza froda né inghanno. (E) se in niente avessi fallito, sare' per non chonosciare più, ché non può essere che chi fa non falli. Chiaro ò mostrato a chi vedere l'à voluto che giusta (e) lialemente son con voi (e) chon altri vissuto, (e) ancho son presto dimostrare ogni ora (e) in ogni luogho. (E) se bisognio fa, verrò fino a Firenze propio per mostrarvi il contrario, per modo sarete da me contento chome a altre simili informazioni feci già. Or Dio dia bene a ffare a ogni huomo! Solo quello di che di me dolere vi potreste sare' del giuocho, al quale per me è stato messo per gran tempo fine (e) silentio. E questo è il tutto di quanto ò passato il dovere scientemente. Chome per altra vi dissi, e f. 160 che servito m'avete, da voi non gli presi per non rendare; anzi per rendarli, (e) forse più tosto ch'io non ò fatto, ché a voi die richordare che Matteo sempre disse: "Se io credessi che Francescho me gli avesse a rendare, io non gli ti prestarei". (E) io dissi a voi che, se rendare gli convenisse, ch'io sapevo donde trarre gli dovevo. A Firenze venni di qui a mie spese (e) per fare un fine di que' fatti, (e) sapete chosì era mia intenzione. (E) poi per le letere vostre (e) di qui lasai stare ogni chosa per essare a Milan a rifornire la bottegha. (E) non dissi: "Io ne guasto e miei fatti" né "Qui son venuto a mie spese, anzi chol piè guasto", ché Idio (e) io sapiamo chome andavo. Mi partii per essare a Milan a rifornire la bottegha (e) a voi rimissi ogni mio fatto, (e) voi sempre dicendo per vostra chortesia: "Io ne farò chome se miei propri fossero". Che mai se ne seguisse, non so. E partendo da Milan per qui venire, fui preso chome sapete e in periglio di morte, (e) chostomi senza la paura più di f. 80 - io dicho de' miei - e non fu maicompagnia né huomo del mondo che dicesse: "Andrea, noi t'aiutaremo d'un grosso". Anzi l'aiuto fu questo che per mia finanza mi bisogniò un chamaglio di bottegha, (e) fumi chonto quanto al più stranio d'Alvernia. (E) chosì si vole fare senpre quando humo è in piegha: darli la pinta a fine che aneghi. E in soma, (e) paura (e) danno, fu tutto mio. Or sapete chome va. El perché queste chose m'ànno messo più intervallo a rendare i denari ch'io non vorre', (e) vedendo l'entervallo, dissi a Buonansegnia vi scrivesse, se onesto fosse, che ogni danagio aveste di detti denari, ch'io il pagharei. A me bastava del servigio fattomi senza farvi disagio del vostro. Ora la chosa è qui: già à X mesi o più ch'io ne diei a Buonansegnia f. XXV, (e) di settenbre o vero d'ottobre f. LVIII (e) s. [***]; (e) pensando che da Siena vi fossero rimessi f. LX o veramente fino a f. 60, ribattendo (e) f. XXV ch'io vi dicho avere dati a Buonansegnia. (E) chome esso sa, do ordine che di presente sarete paghato della resta, (e) quando sarete paghato, darete la mia scritta a chi io vi scrivarò, ché a buona fé questo è uno de' gran pensieri ch'io abia. Con Buonansegnia ò parlato una volta sopra quello avavamo ragionato, (e) credendo migliorare, tornare' adietro (e) sare'mi danno (e) verghognia. "Sarà una adotta a la presura mia" a lui ò risposto, e chosì dicho a voi. Chon voi voglio essare prima che chon huomo del mondo e avere da voi meno che dovere. Chome vero sia detto ò a Buonansegnia: "Io vi domando meno che ragione, (e) se voi volete, abiamo uno amicho (e) segretamente dicha il dovere, (e) io voglio meno che esso non dirà". F. 200 vantagio a la persona domandai, (e) chosì atterrò, poi che detto l'ò. Son f. 20 [sic] l'anno. Fino a qui n'ò auti f. 500. A me pare essare a menovanza del dovere, e se huomo à al mondo che 'l contrario dicha, son presto a l'emenda. E perché siate bene informato, già II anni Boninsegna à asai auto che fare di vostri fatti propri senza atendare ad altro, (e) ancho n'à asai per parecchie anni fra Domenicho pelliciaio (e) Niccholò Pentolini e 'l murare della chasa e le scritture vechie, e fredi (e) chaldi son di Tieri (e) di me. Or voi ne sete da lui informato, sì che non chale ch'io ve ne dicha più avanti, (e) io il chonoscho. Insieme siamo restati che ciaschuno s'apensi. Io so' al dovere apensato. Vedremo che seguirà. Da lui sete di tutto avisato. Altra volta udii da voi che compagnie eran fratellanze. A me pare che cie n'à di molte maniere. Dio ci dia a fare fratellanza e non altrimenti! E che che sia, essendo piacere di Dio, terrò che per lo migliore che sia. Piacesse a Dio che ciaschuno volesse ragione e non volontà, chome io, (e) per prova il vedete, (e) chi entendare il vuole! Idio indirizzi ciaschuno a seghuire quello che salute sia dell'anime (e) de' chorpi! Altra risposta non chale a vostra lettera. Che Cristo vi guardi! El vostro Andrea salute di Vignione. [indirizzo:] Francescho di Marcho in Firenze, propio. A. [mano non identificata; data di ricevimento:] 1387, da Vingnone, a dì XVIIII.o di marzo. [mano di Francesco; annotazione:] Molte chose dice, ma non ci à chosa che chiarisscha quello che nnoi andiamo cerchando. Dice della chonpangnia che ssi dovea rifermare per altri due anni, ma non erono anchora d'achordo. Fue Andrea molto cruciato quando fece questa lettera, e fa chome l'alamano che, quando fa suo pro, ischianta la chalotta.