+ Al nome di Dio, amen. Dì XVI dicenbre 1388. Non fu mai mio pensiero, né ancho penso che essere possa, che partita la vista, diviso l'amore, (e) d'altra parte ne vegio segniali che a me dànno pensiero che chosì sia pure a la fine. In me stesso dilibero moltissime volte che essare non può, ma molte facende ti fanno diposare e pensieri di me né di miei fatti. Per Zanobi di Forese ti scrissi a pieno, (e) per lui ti mandai la chopia del testamento di Nofri (e) dissiti (e) preghai per Dio (e) per l'amore ch'io avia ed ò a te (e) tu, chredo, a me, volessi informare Francescho di questi miei fatti, (e) che insieme con lui a tte non fosse greve travagliarne, sì che per te non restasse ch'io non avessi mia intenzione, chome in simile chaso o in altro farei ed arei per te fatto. (E) mai da tte una sola risposta non ebbi né so se aute ài le lettere o non. Per che ti pregho mi risponda (e) ne' fatti miei sia favorevole chome credi bisogni apresso Francescho. Tu sè d'ogni chosa a pieno informato. De! non ti sia sì greve chome mi pare. Fà che quando sarò chostì possa rattifichare in me quello di te ò in chuore. Quegli miei denari da Gienova ne' Buonachorsi ti pregho mi facci aconciare, se posibile è in qualche modo, o me ne rispondi. Io penso che Ghino mio fratello andarà a Roma compagnio de' Ghuinigi con buon vantagio. Se là va, ti pregho ti sia racomandato per amore di me. Se esso per alchuna chosa chommessali ti traesse fino a f. X (e) non più, li paghi (e) qui n'avisa, (e) farolli aconciare, benché non so se bisogniaranno. Esso mi scrive t'à mandato I.o mio libricciuolo della donna. Mandamelo per modo salvo, (e) presto. Io te ne pregho. Né altro per fretta non ti dicho. Cristo mi ti guardi! Per altra ti scriverrò più a pieno. Andrea tuo in Vignione. [indirizzo:] Stoldo di Lorenzo in Firenze, propio. A. [mano di Stoldo:] Risposto.