Al nome di Dio, a dì 18 di febraio 1393. Ricevetti tua lettera per Nanni da Santa Chiara: dièlami tardi, pertanto non ti posso rispódere chonputamente perché non c'a tenpo e, d'altra parte, al savio non bisongna dire molte chose: fa quello che tue credi bene sia, e basti. Dello chavallo morello sono avisato: fallo provedere chome ti pare. Tosto uscireremo di quelli che non ci bisongnano e saremo fuori d'una grande brigha. De' fatti di Cristofano di ser Franca atieni quelli modi ti pare insino ch'io sia chostì; credo sia buono levàrloci d'adosso: non fa per noi, nè egli nè molti altri suoi pari, perché il pùe delle volte n'aremo il chapo rotto. Se llo amore e lla fede fosse dalla partte de' suoi pari chome dalla nostra, non piagnerei chosa niuna ch'io facesse loro; ma e' non ci à amore nè fede in persona se non a loro vantagio, e pertanto non fa per noi avere a fare cho' suoi pari. Tu ài buona ischusa chon tuti, chon dire "qua non à danari", e "Francescho è in pena asai sanza dargli pùe brigha: no lgli iscriverei di simili chose". De' danari auti da Lodovicho di ser Iachopo e di quelli à 'tendere d'avere, sono avisato: fae chon ongni amicho e chon ongni modo puoi che lgli facci dire che noe che dello mio, nello chaso ch'io sono, ma dello suo mi drovebe servire. Opera, insino parlarne cholla sua donna e cholla chongnata, se dovessi andare insino a chasa loro, chon dire delle altre fortune achórsici che quatro o cinque navi prese ora i mare che ànno la metà di quello abiamo e che, se Idio non ci aiuta, siamo per esere disfatti: non ti chuocha la boccha a dire di buone parole. Elgl'è melglo, poi che siamo in questo ballo, a fare chosì tanto che noi n'usciamo, che tardi vi rientriamo. E' mi dèe dare f. 150 a suo modo, salvo quelli che voi dite avere auti: tòi quelli puoi. Quando a Dio piacerà, elgli e gli atri ci pagheranno, e tardi n'aremo pùe a rischuotere in questo paese. Che grazia ci dia Idio di prenderne buono partito per l'anima e per lo corpo. De' chonigli non è ancho [ms.: anchopa] parlato cho Nicholò: diròglele [] e vedrò quello mi dirà, e dirotti quello arai a fare delle chose che ci bisongnano che noi rechamo. Per richordanza arai domane: ogi òe auto tropo a fare, e in questo punto òe ad andare a molti. Non ti posso dire altro per questa. Idio ti guardi. per Francescho di Marcho, in Firenze. Niccholò dell'Amanato ti manda 12 istaia di ceci: 10 istaia della ragione di prima, e due istaia d'una altra ragione che valglono meno. Vedi se modo vi fosse di vendere tutti questi innanzi allo merchato chome ch'io non so chome tue gli possa vendere prima che lo mechato: fanne chome ti pare. I' òe tolto quello nastaro per lla filgluola di Chiarito: domane ti manderò tutto cholle chose che tti manchano. La cintura della Tina ò data a fare: vedi se tue vòi altro, o per lei o per te o per altra persona. De' fatti della prestanza foe quanto posso: Idio ce n'aiuti. Grande bene credo seguirà di questo fatto: vole Idio che noi ci richonosciamo in verso di lui. Io mando chostà Chastangnino cholla chinea e scrivo a Nicholaio Martino chome gli è di bisongno che domattina di buon'ora e' ci sia elli o ser Ischiatta; falli sollecitare, cioè Nicholaio, per modo che ci sia di bonisima ora e prochurare le bestie ch'elle sieno ben ferate. Monna Margharita, donna di Francescho di Marcho, in Prato. 1393 Da Firenze, a dì 19 di febraio. Fate benedare tute le lettere a chui vano.