Al nome di Dio, a dì viiij di marzo 1393. A dì 7 ti mandai l'ultima: ara'la auta e risposto. Di poi nonn ò tua lettera, òtti pocho a dire. Questo dì ò lettera da Pisa e dichonmi ànno chostà, inn una chasetta, lib. 50 di candele e funchi, che da Vingnone mi sono mandati; arai auto tutto e avisatomi sopra ciò. Manda a dire al Podestà, ch'e' miei di Pisa mi dichono che nonn è terzeruolo di tonina, nè di sardelle nè d'ancioe: barili chonpiuti vi sono. Se di que' vole, il dichi loro e sarà servito, e volentieri. Manda a Giovanni di Simone una lettera che sarà chon questa, e falli dimandare i danari resta a dare, e aviserami di sua risposta; se no lli dà, si troverà qua il modo d'averli. E altro non t'ò per ora a dire. De la facenda il perché sono qua, non s'è poi fatto che vengha a dire nulla: tutta volta si praticha sopra ciò per me e per li amici. Chonduchimene Dio a buon porto e di te sia guardia. Franciescho di Marcho, in Firenze. Monna Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato. 1393 Da Firenze, a dì x di marzo. Risposto.