Al nome di Dio, a dì 30 di marzo 1394. L'utima auta da tte ricevetti in questa ora per Nanni da Santa Chiara, che qua è venuto vòto: potevimi mandare una soma d'aceto, e ancho potrebe menare il chavalino, che nmi dice che Meo lo tiene a Filèttore e que mi disse che llo avea venduto ad Antonio Michochi. Avisami che sarà tornato innaqua il merchato! Dinmi quello che nn'è e, se non si puote vendere, faciasi afatichare in questi fatti della tinta e io guadangni le sspese; chosì òe detto a Nanni che llo meni qua se non è venduto: troverò pure modo di venderlo o qua o chostà. De' fatti di Niccholò di Piero e di Matteo, non mi istendo in molto dire; e sarà chon questa lettera a lui e a Francescho, che lla iscrive ser Lapo loro: falla dare a Francescho. Quando a Dio piacerà, io sarò chostì e, a pocho a pocho, si veranno achonciando le chose. A Dio piacca mettere in chuore a tutti che no ci faccano quello non debono, che bene mi venghono le chose tutte a uno tratto. Di tutto sia lodato Idio, e tutto sarà per nostro melglo: a lui si vole richorere e in lui avere fede e speranza, e none inn altra persona! Della venuta di Cristofano chostà, non mi richordo bene s'io l'avesse detto a Matteo, ch'io lo vi dovesse mandare: i' òe volgla di mandàrlovi per gli fatti di Lodovicho e di Giovanni di Simone piliciaio, per chavarne le mani. Della choltrice e chopertoio di Meo sono avisato: vedi chos'à andare! À tenuta la choltrice sanza farne nulla: degno sarebe della mortte. A boccha parleremo di tutto, che bene ci vanno le chose a ritroso ora in pùe modi; ma, chome dicho, tutto sarà per lo melglo. Volssi avere l'occho a l'olio da Filèttore ed a ongni altra chosa. Farò d'esere chostà chome pùe tosto potrò, e daremo ordine a pùe chose di chostì. Fae di provedere la mula e llo morello per modo istiano bene. Gl'anbasciadori atendiamo questa mattina, e tosto sapremo chome la chosa dèe andare: che Idio ce n'aiuti e diaci grazia ne riusciàno chon onore! Mandoti lo barile dello olio e lle aringhe di ser Giovanni di Gherardo; levane il chanovaco, ch'è della Francescha, e mandale a chasa di Gherardo, per Nanni; e mandoti il saccho in che venne il pane. Per non fare soprastare Nicholò a desinare, non ti posso dire altro. Dio ti guardi. Francescho di Marcho, in Firenze. Monna Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato. 1394 Da Firenze, a dì 30 di marzo.