Al nome di Dio, a dì 23 di luglo 1395. Per Arghomento n'ebi una tua questa mattina: rispondo aprèso e pure in fretta perché òe molto a scrivere in pùe parti. Non ti dorai ora ch'io perda tenpo nelle frasche! Farotti risposta a quelo sarà di bisongno; l'avanzo rimangha nella penna. Piacemi [ms.: piacemimi] risponda a quello ch'è di bisongno e che tue tengha la chiave dello Palcho e di Filèttore. Dello venire qua sono chontento perché istaremo melglo che c'àn buoni vini e chostà non à nè buono nè chativo. Tu di' l'una volta che in chontado non si vorebe istare luglo nè aghosto: ora di' il chontradio. Sarò chostì e achorderenci insieme. De' fatti dello palcho sono son chontento di quanto ne fai, chosì iscrivo a Barzalone che faca chome tue gli dirai. Fa pure chome ti pare, non puoi erare. Delle tina tramutate sono chontento; e dello paghato fatto al palcho ad Antonio Michochi dirai, se no fa quello promise, che tre volte m'àe detto che l'amicho suo gl'à promeso rechare le tavole d'ogi in domane: fate che detto palcho sia fatto se c'à modo; ma dì a Cristofano che guardi che no lgli dia delle sue tavole che fónono triste e vòlesele chontare per buone. Fa la chosa chiara e fa che Fatorino iscriva tutto a punto, e Cristofano farà per modo ch'io non sia inghanato. Tu vedi chome si fa al dì d'ogi: ongni uomo tradisce l'uno l'altro; apri gli ochi chon tuti e non puoi erare. Dello venire qua Domenicho e Nanni di Guiduco e 'l Sacente e Nnanino sono chontento, ma uno pocho mi grava dello portare il crocifisso in domenicha, per altro sono chontento se venghono di buona otta sabato sera. Io farò achoncare il crocifisso la sera per modo che lla matina innanzi dì potranno chaminare e sarano chostì a terza, ma tropo mi grava per amore della domenicha. In te la rimetto: vorei pure vi fóse. Dovevi mandarci Cristofano chon lloro che achoncerebe il grocifisso in sue la schala dove verrà, chome che Nanni il saprà bene achoncare elgli e simile Domenicho; non di meno, se vole venire, vengha, se tti pare, pocho porta e pocho monta. E mandami la mula per chi tti pare di loro; e se chotesti cittadini sarano partiti, e io ne verò la domenicha mattina o lla sera chome a punto mi verà. Dirolloti per loro o prima, chome che pocho monta: per me non chale fare grande aparecho! Delle lengne minute si mandino quando si puote, non ce n'à sì grande fretta chome che non ce abia che non si possa indugiare. Della promesa dì di lettera no volglo, e volglo Antonio paghi, ch'è ragione: vavi domane per una parte, dì n'abi bisongno. Cho Mattarello m'achorderò dello vitello se vorà o e' lo venda chome pùe tosto puote, ma io non volglo mi dilegi: chostà ne parlerò cho lui per modo m'intenderà. Idio vi guardi. Francescho di Marcho, in Firenze. Mandoti 1 fiascho di vino biancho, se 'l fascho non si ronpe dinmi chome riesce chostà. Saràci 1 a Nicholao Martini [ms.: Nichocholao Martini] o a Martino e due altre: fatele dare. E dite se maestro Matteo ebe la sua vi mandai ne' dì passati. Atendo d'ora inn ora la cera: chosì gli dite. Direte domatina se Nicholò di Piero ci viene domane; io gli scrivo: sarà chon questa, fatela bene dare. Francescho di Marcho, in Prato. 1395 Da Firenze, a dì 23 di lulglo.