Al nome di Dio, a dì 31 di marzo 1397. Per Nanni ne ricevetti una tua, e quanto mandasti: rispondo apresso. Chosì faccia Idio lieto ongni persona che male mi fa od a me od altrui chome sono io, e di tutto sia ringraziato Idio senpre. Di Nanni che gunse chostì sanza lettera mia, funne chagione che Bellozo ed io e Stoldo istiamo senpre a noze, e diànci piacere e 'l pù buono tenpo possiamo: tale l'abia chi fa pegio di noi. E' fa 22 dì ogi ch'io sono qua, e dì e notte non ò fatto altro che iscrivere e fare dell'altre chose chome achade alle chose che dà il mondo. Mai sono uscito di chasa otto volte: e la Franciescha n'è testimone, che m'è venuta a vedere alchuna volta perché l'è detto io non escho mai fuori. Òcci udite due prediche in tutta questa quaresima: questa è la chonsolazione ch'io ci ò, chome che io foe chome fecie Nicholozo di ser Naldo che, perché elgli errò il chamino al tornare dall Bangno, egli andò a piè e fecie andare il fante mio a chavàlo: e questo fecie ch'era ebro, chosì foe io. I' òe erato quanto puè poso nel mio vivere, che mi sono male ghovernato e sónmi saputo male regere ed ò fatto male i fatti miei, e io sono chontento di portarne la pena, ma vorei fare chome fecie Giobo di chasa che gli intervenisse. Senpre ringrazio Idio, chome ch'io non faccia quello feci egli, perché non sono tanto acetto a Dio: pure mi do pacie. De' fatti di ser Naldo mi maraviglio di quello che ttu mi di', in però a llui iscrissi, e scrisi a Barzalone e dissi a Barzalone che se pure ser Naldo volea essere chancellato, che Barzalone il dovesse chancellare; ma che bene arei auto charo che a quelle iscritte di Monte si fosse dato uno manovaldo che avesse fatto questo fatto chome fare si dèe di ragione. Nanni mi dicie che dette lettere diede a Guido e che poi véne Barzalone e lesse dette lettere e ch'egli te le rechò suso. Da tte, nè da Barzalone, non ò risposta niuna. Vedi chom'è ito questo fatto: io mi maraviglio troppo di questo fatto, e dubito che Guido non abia erato che non abia date dette lettere a Barzalone, in però Barzalone non è ismemorato. Vedi chome istà la chosa e fàmene risposta il più tosto puoi. Io iscrisi una lettera a ser Ischiatta pùe dì fa: mai n'ebi risposta, nè di quello che m'à a fare, nè di quello che dovea dire a Lodovicho di ser Iachopo. Per certo Idio disse bene in ongni cosa che disse "chie fondava in su la rena il suo muro che venìa il vento o ll'aqua e facevala chadere, ma chi fondava in su la pietra, nè aqua nè vento no lle potea nuocere". Io mi sono fondato in su la rena e 'l mio muro chade. I' òe auto magiore isperanza nelle genti del mondo che i Dio, e 'l mondo bene me ne pagha: di tutto sia senpre lodato Idio. E pertanto manda per detto ser Ischiatta e digli quelle buone parole saprai, asegnodogli il mio bisogno e pùe che non è; e digli: "Ser Ischiatta, Franciescho v'arebe servito ne' vostri bisogni, no llo abandonate ora ne' suoi, in però che Idio àe troppo per male la 'ngratitudine. E' vi iscrise, uno di questi dì, una lettera sopra certe parti: di niuna chosa àe auto risposta. Non so se avete fatto bene; se della risposta siete ischarso, bene sarete ischarso dell'altre chose". Nanni ispacio pùe tosto posso: fae fare quello puoi, e quello che no si puote fare rimangha; e sse ogi non si possono fare, farle fare lunedì. E truova modo che 'l lavoratore d'Arsìcioli rechi quelle legne che ssono in quel luogho: è pùe tenpo ch'egli ne fecie due biche; favi andare chi che sia, acciò ch'egli non ci inghani: ongni uomo c'è ladro! Dello Schiavo e del Tantera non è altro a dire: provedi chome ti pare. Di queste minutame non è bisogno di farne menzione: fa quello che ttue credi che bene sia, e attendi ale magiori chose; l'altre vadano chome si vole, io non posso a tutto provedere: neanche tu. Della chortina disfatta e fatto saccha, sia chon Dio. Domane troverò tutte le chose che ttu m'ai mandate, da rimandare chostì. Mandoti le sacha il primo dì che cci sarà, da cciò ti rimanderò di quelle che ttu m'ai mandate di chostà e altre chose che io ti voglio mandare, chome panni lini e schanpoli di pano lano e altre chose. Fa di rispondere della lettera di ser Naldo e di quella di Barzalone. Troverai elle fieno in su il bancho o chadute drieto ala chassapancha. Con questo sarà uno foglio che segue questa lettera e per non tenere più Nanni non si può chopiare: legetelo tanto che voi lo 'ntendiate, e Franciescho non si chura chome si scrive. Idio vi guardi per Franciescho di Marcho, in Firenze. Della chortina disfatta e fatta sacha, sia chon Dio. Domane troverò tutte le chose che tue m'ài mandate, da rimandarti chostì, e simile le sacha, e tutto ti manderò per la prima volta che ci mandi Nanni, cholle bestie, cho llegne e chon altro. Fae che tue mi risponda della lettera di ser Naldo e di Barzalona: troverai, Guido l'arà apertte e mese in sue il bancho, e date la metà a Barzalona. Dello grano per Istoldo non è altro a dire: fate di tutto chome vi pare, e simile dello mandare grano a mulino, ed ongni altra chosa intorno a quello mi scrivi, chome delle lengne grose e di pùe altri bazichature: fa quello che tue credi che bene sia, e quello che no si puote fare, rimanga. Della andata di meser Piero sono avisato: sia chon Dio. I' òe auta la lettera mi mandò: farogli risposta a bocha, chosì gli dì, o fa dire. Potrà esere ch'io andrò cho llui, io e Stoldo, per vedere Vinegia. E per esere avisato, ogi l'òe iscritto a Bido Piaceti e déttogli che mmi avisi, andandovi, che nmi avisi di quello che nmi bisongna portare là, per me e per la mia familgla. Questi suoi fratelli s'achoncano a fare il simili se lle chose no si adirizano altrementi qua. Tieni tutto a tte. La chotta dela malgla che tue ài trovata è quella che io sono ita tanto cerchando, ed ònne auta molta malinchonia per tuo difetto, in però se avési cerchato cho lo cervello e noe chotra volontà, l'aresti trovata alotta chome testé. Non ài pùe cervelo nè pùe ferzame che t'abi: gràvamene, e altro non ne poso; sono tanti e tante che n'ànno meno di te, che tutto portto in pace, pure che tue non avési dello ingrato, tutto andrebe bene. De' fatti di Nanni nostro, egl'è chostì maestro Matteo, ch'è nostro amicho amicho: perché no llo fai tue provedere a llui, e dargli chostì della chasia e quello bisongna? Non à molto a dire da tòrlla qua o chostà. Fallo provedere di tutto quelo bisongna chostì, ed è melglo che qua. Montepulcano, mi dice Nanni ch'elgl'à bisongno di danari per chonperare uno farsetto: dalgli danari e, se ti bisongna, togli quelli che ser Naldo dè dare, che sono f. 4 o pùe. E io sarò chostì, e farò ch'egli sarà chontento; ma se tue ci truovi quelle lettere, tue vedrai quello ch'io gli scrivo: dalglele. Fae che Michele di Falchuco paghi, e tutti gl'altri, chon quelli modi che tue puoi: non ti chuocha la bocha a dire loro buone parole. Questa volta è quella che s'à a riuscire di questi fati, che mai pùe so io bene che simili chose non s'ànno a fare, e però questa volta si faca chome si puote. E' ci dèe dare denari dello muro che si fece fare dirieto nello Porcelaticho e sopra il muro della sua chorte; pagherà una volta, se ragione s'arà. E' sono tutti di chativa chondizione. A Barzalone nè a Nicholò none iscrivo: non è di grande bisongno, e nonn ò tenpo perché me te do a ghoditore. Mona Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato.