Al nome di Dio, a dì 19 d'
aprile 1397.
Per
Arghomento n'ebbi una tua: rispondo apresso a' bisogni. Delle
scritture e della
zana, non è altro a dire; e simile, della
chavala di
Franciescho Bonsignori: avete fatto bene a menarla a
chasa mona
Bartola.
Piacemi abia ricieuto uno
leghato, e in che erano le dette chose
che ttu di', si che istà bene.
Degl'
Uficiali dell'Abondanza che mi feciono
richiedere a
pena di
f
. 25, perché porto loro i' òe trenta
mogia di
grano, non è vero, ma
dite loro che ssi faciono dare qualche
chiareza di ciò, e voi proverete
loro che io no ne
chonperai pure venti
mogia, e del chontinovo sono
istato chon quaranta persone, sì che pensino quanto io n'òe loghoro, e
quello ch'i' ò qua mandato a' miei
chonpagni, e per la prima mi dì
quanto ài poi seguìto cho lloro.
Per questa non dico altro.
Are'vi mandato i
bichieri, e non si può
per ora. Idio vi guardi.
per
Franciescho di Marcho, in
Firenze.
Mona
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.