Al nome di Dio, a dì xj d'aprile 1398. In quest'ora n'ebbi una tua, e chon essa cierte lettere che vanno a Perugia, che nne faremo il dovere. A quella del maestro Matteo, sarà chon questa la risposta e 'l chonto che domanda: dateglele, e io sarò poi chostì e parlerò poi cho llui. Mandovi, per Arghomento, 3 alberelli di gengiovo verde in u nostro paniere; puo'gli lasciare istare chosì tanto ch'io vi sia: è chon detto paniere una tovalgluola. Mandami del pane, in però ch'io ci credo istare più ch'io non credetti, per amore della Chiarmonda e di mona Giovanna e per più altre chagioni. Fa di bere di quel vino della botte piena, e fallo assagiare a Barzalone e a Nicholò di Piero, e dinmi che tti diranno: dicho della botte de' 25 barili. Dì a Barzalone che in quest'ora io mando a ssapere s'elgli è stato tratto al prestanzone che quanto io non sono istato tratto: sarò, quando Idio vorrà. Dirolgli domane chome istarà la chosa. E dì a Nanni nostro che proveggha a fare quanto io gl'inposi; e dì a Nicholò di Piero ch'abia gli occhi a tutto, se puote, che non ò agio di scrivergli. E più gli dì che ci à lettera da Lucha del Biondo, che portò e' quattro panni i Llevante, che detti panni si venderono all'amiralglia del Soldano e non s'ebbono i danari, ma cche lasciò a un suo prochuratore che rischotesse questi e delgl'altri che v'à avere, sicché non venghono a essere in su quella nave presa. Cioè, el ritratto de' detti panni non so qual si sia peggio: o avere i danari dall'amiralglio o cche fossono perduti choll'altre chose della nave, che tutto si riarà chon gran chosto. E dì a Barzalone e a Guido che abiano chura della muletta e dell'altre bestie. E dì a Nicholò che ssi faccia dare que' danari a Ghuiduccio di Duti, del saccho della lana ch'elgli ebe da Checcho Angiolini: e il chonto e in sul banchetto tra ll'altre scritture di mano di Guido. E fa dire a mona Lorita che mmi mandi la poliza dell'isattore che lla pengnorò, e io farò mio potere di riavere il pengno. Arebe fatto bene a mandarlami il dì ch'io lel dissi: fattela dare e mandalami nella lettera che ttu mi scriverai. E mandami i choltellini miei. E richorditi di trarre di quel vino biancho ongni dì un pocho. E richorditi di mandare a mulino un saccho di grano che v'è rimaso, e falla tutta aburattare quando ti pare. Ànne quattro saccha nella logia, e uno a mulino; ma fa pesare tutte le cinque saccha e dinmi chome le troverai, in però che lle quattro sono tre staia per saccho, e 'l quinto saccho sono quattro staia: vuolsi rivedere tutto acciò che errore non si prendesse. E ttu, Guido, provedi le botti e lle trappole da topi e ongn'altra chosa che v'è a fare; e provedi bene le chamere e lla loggia, che niuno danno si ricevesse. E ttu, Margherita, provedi la familglia per modo che tti sia onore, e richorditi la mattina quando se' nel letto. Per fretta non ti posso dire altro. Che Idio ti guardi senpre. per Franciescho di Marcho, in Prato. Mona Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato. 1398 Da Firenze, a dì 10 d'aprile. Risposto.