Al nome di Dio, a dì xij d'aprile. Questo dì ti scrisi una lettera, e manda'lati per Martino di Nicholaio Martini di chostà; ara'la auta, e fato quanto ti scriveva. E una lettera ti mandai chon esa a Tomaso del Biancho: ara'la madata a serr Ischiata, che la manderà e a me risponderà. Fa di mandare Ghuido a la dona che fue di Monte, e che le dicha che ogi sono stato a la ghabella de' chontrati per fare di riavere una ciopeta cilestra le fue pengniorata per uno chontrato [ms.: chontrata] di f. 15 d'oro è acieso a la detta ghabella di deto Monte. E in efeto io ci ò fato ciò ch'i' ò potuto perché s'achonci, e nula no può fare se no si pagha primieramente al notaio: per la diliberagione àno a fare i maestri, s. 10; e poi, per fare chanciellare la partita i su libro a uno altro notaio, s. 5; e piùe per dare al messo, s. 17; e piùe vole il messo s. 5, che chostà diè al Podestà di chostì. Sì che i tuto s. 37 verebe a chostare. E però ditele ch'ella sia a ser Chimento, che mostra che fóse pengniorato anche elgli per questo chontrato medesimo, e sapi da lui, quando e' mandò qua, se paghò per farsi achonciare a libro e per riavere il pengnio, quanto di sopra ti scrivo; che dal messo abiamo che se vole farsi achoncciare e riavere il pengnio, paghò chome dicho. E saputo che l'à da ser Chimento il vero, ed ela dicha quelo vole si facia: che, chome dicho, no ci è altro modo a riaverlo. Ser Lapo Manzei è da poi venuto, e àmi dato i choltelini, sì che sta bene. Iscritto insino a qui, n'ebbi una tua fatta ieri: rispondo apresso. Piacemi avessi mia lettera per lo familglio di Ridolfo di Lanfrancho, e chon essa una a Barzalone, e sopra cciò non chale dire altro. E piacemi avessi per Martino di Nicholaio; e di quanto di' del grano di ser Lapo non mi so diliberare se ttu di' bene o male, ma faccendo l'uomo il dovere a ciaschuno, ongnuno dè rimanere per chontento, e dando l'uomo il suo e non avere nè grado nè grazia, è chosa perduta. Ser Lapo sa bene che 'l moggio non torna 23 staia pure non tocchandolo, nonché a valgliarlo: basta bene lo 'npaccio e 'l danno, sanza volere gittare via il suo e non avere grado e farsi tenere da pocho. Di Zacheri e di molte altre chose, non è altro a dire e non ci à tenpo. Avemo la zana chon quello che mandasti, e sopra cciò non chale dire altro. Iscrivi a Maso quando ...i e manderassi choll'altre nostre che non sono anchóra fatte. Mandoti, per Arghomento, 3 pezze di vitella di quella ch'ebbono i Singnori; mandane una pezza, la più bella, alla donna del Podestà, e mandale a dire ch'io non pote' avere altra pezza, perch'e' Singnori vollono quel che piaque loro, e che ttu cho llei à' fidanza, e intorno a cciò le mandi a dire quel che tti pare. La pezza del petto manda a' frati di San Franciescho, e manda a dire loro ch'io no ne pote' avere più che ssi potesse, e che ttu n'ài auto a fare tre parti e ch'altra volta gli ristoreremo e che ttu la mandi loro per una novellizia, e ch'ell'è di quella ch'ebbono i Singnori. Dell'altra pezza fa che tti pare; credo faresti bene invitare meser Piero e mona Simona, Barzalone e Nicholò, e fare un buono orbolato e mangiare di brighata: fai chome ti pare. Noi abiamo la chonpangna di quella de' frati. Idio ti guardi. per Franciescho di Marcho, in Firenze. Mona Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato.