Al nome di Dio, a dì 17 d'aprile 1398. Per Benedetto n'ò riceute 2 tue, fatte a dì 15 e a dì 16 e, chon esa, 12 pani in una zanetta: rispondo apresso dove bisongna. Di non potere avere maestri, monta pocho. Dite pure a Nanni che tengha la chalcina choperta di rena, tanto ch'io vi sia; e faccia di chondurre quel lengname all'orto che fu di Salvato: il legname minuto mettino dentro all'orto, e 'l legname grosso mettino a llato al muro di detto orto. E se non potessono chosì tosto chondurlo, làscillo dove vogliono, e chóntilo bene a punto; ma nno vi lascino niuna chosa minuta, che non ce ne fosse fatto danno. Dite a mona Lorita ch'io farò d'avere il pengno suo, e farò il melglio ch'io potrò. Del mungnaio non è altro a dire. Arete auta la farina e fattala aburattare. La Franciescha ti farà fare i bottoni per la ciopa e per lo mantello, e io ti leverò il panno per fare il chappuccio o due. Del fatto del fondacho m'intenderò con Nicholò di Piero. De' chavretti potrà eserre sarò mal servito, perché non s'è fatto chom'io scrissi: con Nicholò me ne intenderò. Della mula che à menata meser Piero, non è altro a dire. Manda a dire a' frati di San Franciescho, che mandino a chiedere del vino biancho e del vermilglio quanto volgliono, e dì loro ch'io vi sarò tosto. Manderotti per Arghomento uno alberello di lardo, di quello che ttu mandi a chiedere. Non m'avete mai detto quanta chalcina nè quanti mattoni Nanni à 'uto da Piero di mona Mellina. Provedete la muletta e lla ronzina istieno bene; e ttu, Ghuido, ti richorda delle trappole. Credo mandare, per Arghomento, la pietra che ss'à a mettere alla porta del Palcho, chonpangna di quella ch'è nell'orto sopra alla fongna che gitta l'aqua nella via. Mandatemi a dire chome chostì si truova charne da mangiare, chome ch'io ne domanderò Nicholò. Per ora no mi richordo d'altro. Aviso esere chostì domane o venerdì. Idio ti ghuardi. Franciescho di Marcho, i Firenze. Mona Margherita, dona di Franciescho di Marcho, in Prato. 1398 Da Firenze, a dì 17 aprile. Risposto.