Al nome di Dio, a dì v di lulglo 1398. Ieri ti scrissi per Arghomento quanto mi parve fosse di bisongno, e per lui ti mandai la seta: attendo risposta di tutto per la prima. Dì a meser Piero, all'auta di questa, o ttu glele fa' dire a Ghuido, ch'io debbo andare domenicha mattina a disinare in villa chon Ghuido di meser Tomaso, e simile anche ser Lapo vi verà, e cho llui ci staremo tutto dì: il dì; e anche v'abergheremo, e cho llui parlerò del fatto suo, e poi l'aviserò di tutto. Richorditi di mandare a mulino a sapere se il grano è macinato, e manda per esso, e mandami del pane lunedì per Arghomento o per altri. I bottoni non sono anchora fatti nè dati a fare; ma questa mattina è venuta mona Angnola a chasa, e mona Franciescha glel'à detto: dice domattina saranno fatti, e poi gli ti manderò per Arghomento. Iscritto insino a qui, n'ebbi una tua, e chon essa due paio di chalcetti, e quanto di' per tua lettera ò inteso: apresso ti rispondo. Le lettere ebbi iersera per ser Baldo, e dicemi diè i danari a Domenicho del Pacie: sappi da llui se gli à auti. Piacemi avessi la seta, e se te ne mancha dillo e io te ne manderò. E di poi arai mandato a Cristofano a sapere quando vuol fare il tetto, e per la prima attendo me n'avisi della risposta. E il chatino mi manda quando prima puoi. De' panchoncelli non è altro: fagli sollecitare, acciò che gli seghino chome prima si può. Manomettete una botte di vino vermilglo, ch'è nella cella del giardino a mano mancha, allato al charatello in che è il vino da Ghalbatrone, ch'è a llato all'uscio. Di Bernabò non è altro a dire. Io gli scrivo una lettera, e sarà in questa: daglele e attenderò sua risposta. Io manderò domattina per le bestie perché qua venghino doman da ssera; e però fate elle sieno bene ferrate e bene in punto, se nulla manchano loro; e forte ti manderò il cianbellotto o io lo ti arecherò, che qui è. Io mi maravilglo che ttu non mi di' nulla se ài auto danari dall'ortolano o grano da Iachopo o da Marcho delle Tovalgle: sollecitalo ch'elgli provegha la richordanza ch'io gli lasciai, e che faccia quanto io gl'inpuosi. E dilgli faccia richordanza di tutto il grano avete d'Arsiccioli o d'altrove, e fate mettere tutto dispersé cholle scritte e per modo ch'io non truovi la chosa inbrattata, ma fate sì vi sia onore; e abia ben chura delle bestie. Per questa non mi richordo averti a dire altro: provedi tu a tutto chome ti pare sia di bisongno. Che Idio ti guardi senpre. per Franciescho di Marcho, in Firenze. Mona Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato. 1398 Da Firenze, a dì 5 di luglio 1398. Risposto.