Al nome di Dio, a dì 17 di genaio 1402. Mandoti la muletta per lo figliuolo di Ispinello di Bartolo Chastelani, la quale, chome giunta è chostà, falle dare bere e uno pocho di biada, che llo saprà fare il fancullo. E poi manda il fancullo a chasa Nanni Cirioni, e dichagli che non lasci per nulla ci sia ogi, che n'à bisongnio Stefano di ser Piero. E chome la mula à mangiato, glele manda a chasa, acciò si parta ogi, sicché a voi no rimangha a ghovernare stasera. E perché e' fosse tardi, venghasene a la porta e chiami, e io gli farò aprire al Podestà: chosì gli dì. E Stefano anche gli scrive. A Domenicho di Chanbio manda a dire che domani facci chiedere a Lionardo di Franciescho di Lione, che sta i merchato vecchio, tavoliere, f. dodici, che Lapo di Turingho dicie gli lasciò mi dessi. Saràci una sua lettera: faglele dare. Altro per questa non dicho. Idio vi ghuardi. Per Francescho di Marcho, in Prato. Monna Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Firenze.