Al nome di Dio, a dì 22 di febraio 1402. Questo dì n'ebi dua tue: aprèsso ti farò risposta a' bisongni. De' tordi di monna Zita non è altro a dire; la tua lettera le scrivi le farò dare domatina, che stasera è tropo tardi. Di Luigi di Lottino che vi venne ed ebe la sua lettera, sono avisato; e da lui n'òe auto risposta e vegho quello è seghuito, sicché altro nonn è a dire. Le pilore gere ebi per Puccio e aoperate l'ò a quello bisongnia. Piacemi, se di niuna parte vi viene lettera, me le mandi: chosì ne fa. El panno lino per la Paghola ò bene a mente, e per anchóra non ò trovato chosa da cciò. L'accia s'è chotta qui in chasa chol buchato, che tutto si fecie ieri; chome sarà asciuta, si vi si rimanderà, e simile i panni. Di monna Nanna di Barzalone non è altro a dire: mèglora, ed eglino si danno pacie. Chostà penso saremo lunedì chome detto ti s'è, e del chonperare e provedere ne fa' chome ti pare, che qua abiamo tanto manichato che pocho aremo di bisongno per questo charnasciale; e' v'è de' chaponi, e noi qua anche n'abiamo che cci sono stati donati, che anche gli manderemo. De le lettere avesti andavano a Nanni Cirioni, e dentro v'era la tua, non è altro a dire; avestila di poi, sicché sta bene. Tornò Stefano di ser Piero e rimenò la muletta, sicché sta bene. E 'l buchato è fatto chome ti dicho e l'acia è chotta; domane si laverà tutto e, rasciuti, si manderanno. Noi mangiamo bene tanto ch'è tropo: ristorerenci in questa Quaresima. Se Luigi di Lottino è chostà, mandagli a dire che se vuole danari che io iscrivo a Stoldo gli dia f. cinquanta; ma ch'io vi sarò lunedì anche io. Per questa non ti dicho più: provedi a quello bisongnia. Che Cristo ti ghuardi senpre. Francescho di Marcho, in Prato. Monna Margherita, donna di Francescho di Marcho, in Firenze. Risposto.