A nnome di Dio. A di 31 di luglio 1385. Franciescho, la Margharita vi si racomanda. Voi m'avete mandato a dire per Nicholò che mi metta in punto a venire costà e ch'io faccia vendere il vino. Per inchora non ò trovato chi lo voglia, né del biancho, né del vermiglio: tutto dì lo ramenta' a Bettino, voi sapete chi egli è. E sarebe i' nicissità che lla Bartolomea fosse qua inançi che noi dipartissimo di qui, in però che ci à assai panni sucidi e non è da lasciarcieli, ché ci à tanti topi che ne farebbono troppo grande danno. Possa che voi siete diliberato a stare costà: quanto più tosto siano insime megli è; e staremo meglio l'uno coll'altro, che stare l'uno chostà l'alltra qua; e io non mi contento di stare qua sança voi. Abbiate mente alla Bartolomea di quegli miei ischanpoli: ella ne farebbe più tosto danno che no'. Io arei mandato per Simone, che voi me l'aveste mandato; ma so ch'egli è di bisogno costà a tenere la chiave, ché arei fatto sollecitare questo vino: arelo mandato in qua e llà, ché non ò chi mandare. Sollecitate, il più tosto che vo' potete, di venirne: rachordavi di Chasata, il dettato di Nicholò dell'Amanato, che 'l buono animo abbio io. La Tinuccia istà bene, ora; per altro non ci ò a dire: Idio sia vostra gardia senpre. Rachomandatemi a chi vi pare e rispondetemi a questa lettera qual di ci sarete, ché vi vorrò fare uno grande onore; se cci menerete Nicholò dell'Amannato, beneché non lascierebbe la fante sua da chasa. per la Margharita vostra, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato in Firençe. Datela da casa Tornaquinci. 1385 Da Prato, a dì 3 d'aghosto. Risposto.