Al nome di Dio, amen. A dì XVI di genaio 1385. A questi dì ò riceuto 2 vostre lettere, e perch'io mi sono sentito di mala voglia non v'ò risposta: faròlla per questa. Di serare bene l'uscia, lo faciamo e levianci di buona ora; voi dite che vi saprebe male se niuna cosa intervenisse più che sia usato: a me ne saprebe vie' peggio. La Bartomea non escie mai fuori se none al forno; ell'è femina ch'io no' lla tôrei a ghuardare gran tempo: voi la conoscete meglo di me, tutti gli altri mi drebe bene il chuore di ghovernare me; non vo' che voi chrediate ch'ella s'abi fatto pegio ch'ella si sogli, ché sempre fu diavolo e sempre sarà; noi l'andiamo tutti alla piana e seghitialla di ciò ch'ella vole, pure perch'ella non escha fuori. La Francescha (à) auta una ischiava, sì che non à a uscire fuori, se no' quando vae al forno e questo è, degl'otto dì, una volta, e talotta le mando dirieto e di questo fa gran bofonchiata e noi ce la gitiamo in berta. Sopra questa parte vivete sanza maninchonia, ch'io farò sìe che voi sarete contento. Nicholò ci fue sabato e fece quello che mi mandaste a dire e dormì Lapa nella chamera de le cortine. Le botte ristrinse Arghomento e metella nella volta in su' i sedili dov'era prima e misevi una metadella di vino bianco; più volte abiamo ramentato le toppe ad Arghomento: dice, non sono anchora fatte le chiavi. Dello avisare quando vòe alla chiesa, ò avisato l'uno e l'altra: non mancherà per dire se voranno fare bene. Io ci sono uscita pocho fuori, per l'acqua e per avermi sentito di mala vogla, e, se non fosse per la Lapa, uscirei vie' meno. Tu mi di' ch'io non sia sempre fanculla e che quello bene che noi faremo, quello ne porteremo: tu di' vero. E gl'è una buona peza che degli anni io uscì del fanculla; ma io vorei che tu non fossi sempre Francescho, che tu se' istato, da poi ch'io ti chongnobi, che mai non à' fatto se non tribolare l'anima e poscia il corpo. Tu di', sempre predichi, che terai una bella vita, e ongni mese e ongni settimana deb'essere questo. Questo à' detto già è diece anni e ogi mi pari aconcio a men riposare che mai: questo è tua colpa. Idio t'à dato il sapere e 'l podere e àtti fatto quello che non fa a mille huomini l'uno. Tu pensi di riuscire di questi tuoi fatti con onore, con utile innazi che pigli questa bella vita. Se tu tti indugerai tanto, mai questa bella vita tu non piglare', e se tu vôi dire "Ghuarda le traversia che mi venoghono tutto dì, mai non si vive in questo mondo senz'ese": questa non è la chagione che non ti facia tenere una bella vita per l'anima e per lo corpo; e mi verebe vogla di maladire chi c'ebe colpa che voi aveste a fare a Pisa. Sopra questa più non dico. E gl'è suto qui Monte domenicha e dissemi chome egl'era di bisongno voi isteste ancora chostà. Chom'io mi contrenterei di venire chostà, voi sapete bene i ragonamenti ch'abiamo auto insieme più volte, perch'io non me ne chontenteri potrebe eserre tanta la stanza vostra che d'io no' mi chontenterei punto di rimanere: e sopra questa parte non chare più dire. Se voi vi diliberaste ch'io pure venissi chostà, so che bisognerebe voi foste prima di qua, e qua potreste diliberare se fosse il meglo ch'io venisse o nno: io sono sempre contenta di ciò che voi vorete. Questa non mi pare segnale di volersi riposare. Vano io vi richordo che voi avete ogimai presso a L anni, a modo di Monte, e avete sempre servito il mondo: sarebe otta d'incomincare a servire Idio! Non vo' che crediate ch'io dicha questo pure per riposare io; io non ò per buona persona chi nonn ama l'amico, l'anima chome il corpo. E vi chomverebe fare chome fecie cholui che gitò i danari i' mare, perché non potea fare quello che volea: chosì chomverebe fare a voi. S'io avessi detto chosa che vi dispiacesse, prieghovi che mi perdoniate: grande amore me lo fae dire. Voi mi mandate a dire ch'io ghodi e ch'io mi dia buon tempo e voi veghiate infino a mattino e cenate a meza notte e disinate a vespro: mai non ghoderò e mai non mi riposerò, se voi non tenete altra vita. Per amore di mona Lapa, mi sforzerò di stare alegra e darle il miglore tempo che potrò: vorei che facesse chosì voi! Piero di Filippo mi mandò a dire che voi gli scrivete che io mandasi una forma di chacio palmigano a Giovanni d'Arigho e mandagli una paneruza di melarance delle più belle che v'erano. (volgi) Messer Nicholò Chambioni non è tornato [] mandarci delle melarance che non sono da ciò, il formagio è bello quello [] mandamo a Giovani e l'altro. Altro per ora non vi vegio avervi a dire. La Chiarmoda m'avea mandato a chiedere ch'io vi mandassi a chiedere parechi limoni. Mandate a dire se ne posso avere. Questo dì abiamo auto il panno di monna Parta da Lapo: àlo molto bene aconcio; dice arebe piacere di servirvi; manderenvelo per la prima. Altro non dicho. Idio vi ghuardi sempre. per la vostra Margherita vi si racomanda, di Firenze. Franciescho di Marcho da Prato, propio, in Pisa. 1385 Da Firenze, dì XVIII di gennaio.