Al nome di Dio. A dì 19 di febraio 1393. Istamani ricievetti tua lettera per Chastangnino e istasera n'ebi una per Nanni di Santa Chiara: risponderò a quello ch'è ora di bisogno. Per Niccholaio Martini mandai subito e per ser Schiatta, e disi loro la tua voluntà; e ser Schiatta preghai che dovese venire chostà: dise che, se vedese fose di bisogno, vi si farebe portare e, se ne dovese morire, vi verebe; ma parmi che sia in chattivi termini, pertanto none lo gravai; diciemi una ragone: che no' pare sia di nicistà la sua venuta, pare a lui che sia più di niscistà lunedì, e diliberato ène di venirvi quanto sia di bisogno, e chosì il suo chonpangnio, e starvi insino che i Singnori sieno chavati. Abiamo diliberato tra tutti che Niccholaio e ser Baldo venga, ... venghono volentieri poscia ch'ène il bisogno. Èsi chovenuto istasera fare ch.... di richiesti e ànno auto da loro ciò che ànno voluto, e chostà venghono domattina e da' loro Chomune ànno che sieno chon meser Torello e arecherano le ragoni che fieno di bisogno inn aiuto di questo Chomune, pertanto fa' di fare iscrivere la pitizione e ongni chosa che vedi che sia di bisogno qui. Fa' che Niccholaio Martini abia il mantello suo all'abergho de' Lione diripetto alla piaza de' Signori, d'andare tra forbiciai, sì che no' l'abia a mandare per eso. Maravigliomi l'altra volta ischavalchasono a chasa Niccholò, perché no' fue bene ordinato; volsi dimostrare da chui parte venghono, quardati di no' menagli e bere né di favelare i' luogho che ttu sia veduto. E le bestie lasciale loro istare ne l'abergho; le dette bestie sarano questie: in ronzino di Domenicho di Chanbio, e' ronzino di Niccholaio Martini; tanto ti vale tenele là chome altrove e, se ci ài a mandare più, sarebe meglio di torre bestie che fosono di pratesi medesimi: gitterebeti buona ragone per più chose, no' si vole ghuatare ora a maserezia d'una vettura, d'uno ronzino, potrebeti gittare una volta sì mala ragone che v'etrerebono dentro tutte le vetture d'un anno. La chinea ti mando per Chastagnino, perché sia più tosto chostà, ché no' voglio che noi riceviamo tutto dì di queste bestie. Delle chose che noi ricievianno erami diliberata, s'e' ronzino no' fose tornato di Niccholaio Martini, d'averne achatato uno a vettura che fose in stare buono, sarebono paruti anche più pratesi ch'è tropo chonosciuto i' ronzino nostro e porta tropo grande pericholo. Quello di Domenicho di Chanbio il puoi lasciare, ch'è uso di stare alla mala ventura. Mandoti per Chastagnino 2 brache nuove, le veche, ch'io ti rachociai, dàle a Chastagnino, che n'à grande bisogno. Per altra ti risponderò a ciò che sarà di bisogno. Idio ti ghuardi. Mandoti panno ischarlato e rosato; dine a la Franciescha che mi facci fare otto bottoni da panno, fatti chome il segnale, i più begli ch'ella sa; faccia, se può, ch'io gli abia sabato quando torna qua Nanni nostro. per la Margherita, in Prato, salute. Chon questa fia una lettera ti manda Niccholaio Martini Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1393 Da Prato, a dì 20 di febraio. Risposto dì 20.