Al nome di Dio. A dì 24 d'ottobre 1394. Barzalone à dato il letto a' vini, chom'è paruto a lui; e àne asagato tutti i vini, e no' pare del vino vechio e nuovo da fare chonto di mandallo chostà: è suta trista ispesa. Parebegli a lui, che, pasato sia un pocho questa bulima del vino, da piglarne danari e no' gli pare da mandalo per niuna chagone chostà. E più dice de' razese che, quando questo biancho fose beuto, chomicallo a bere in fiaschi chostà in questo verno, se none si ritornerà dello stato suo di prima. E ora sarà per due mesi, o chosì, uno buono bere: è sano il vino d'Arsicoli e della Chisura gli pare uno fine vino e più quello dello strettoio che ttu achoncasti chon quelle uve di Piero di Ghiducaglo. E tutti gli atri istanno bene, vuolsi piglare quando il tenpo partito di quelle vendere e di questo bere. Il dipintore fane il lavorio ch'à tolto a fare, e penso avello fatto buona parte a Ognisanti; ma egli no' meterà mai mani in altro che lo chonpierà; e più m'adimandò lire XII per quella àne fatto intorno a l'ochio della chiesa: avisa se vuogli ch'io gle dia, chè n'ò auti da Tarpuca. Io atendo ogi di fare ispacare al Palcho, qui asettando alchuna chosa òne a stettare; chome sarà chonpiuto al Palcho me ne verò chon tutta la famigla, e quando sarò chostà potrai venire qua e no' vere' altrimenti. Altro no' dicho. Idio ti ghuardi. per la Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1394 Da Prato, dì 24 d'ottobre.