Al nome di Dio. A dì 17 di magio 1397. Io mandai istasera Ghuido ad Arghomento, perché egli sapesi s'egli potea arechare il pane ch'io t'òe a mandare, ed egli mostra ch'egli avea una quistione chon uno d'uno suo ronzino, e no' potette venire a me; e dice che forse egli no' potrae arechare nulla, tante chose àe a rechare egli; ed io mandai subito a Nanni da Santa Chiara, a sapere s'egli vi venia egli, perché t'arechasi quello pane, ed e' dice che no' vi viene: ingengnerenci, se potremo, che Arghomento te ne arecherà parechi pani ilmeno, e il chapucco tuo e le chaveze delle mule, e poi, l'altra matina, ti manderemo i' resto; e se Arghomento no' llo potesi pure arechare il pane, noi gli daremo ilmeno certe lettere che sono venute istasera di chostà, che sarano leghate chon questa che sono tre: ché le due veghono a te e l'atre vanne a Bernardo, e una ve n'era ch'andava a Iachopo di Bischonte e Stefano Ghuazalotti a Pistoia: faremo di mandarla loro domatina per Michele de' Chanpana o per chi che sia, per modo andrà salva. E più ve n'era una ch'andava a Giorgio di Donato e, perché era molto tardi, no' gle potetti mandare: manderògle domatina. E più vi mandiamo la richordanza avavate fatta, ché pensiamo la dimentichasti di portare. Il Tarpucca ti fece richiedere ogi ed io vi mandai Benedetto, che andasi a fare la schusa a' podestà, ed egli la fece. Dice Ghuido che andò a ser Simone per quele iscriture e ch'egli gli dise che l'avea fatte e che gli parea che vi fosse alchuno erore, e ch'egli ne volea esere chon ser Ameglio e vedere chome la chosa istàe; per eserne chiaro andrà domane Ghuido a ser Ameglio e diràgli quanto gl'ài inposto gli dicha, e anche gli dirà quelo che dice ser Simone e farà che sarano insieme a ciò ch'elle s'abiano. Altro per questa no' dicho. Idio ti ghuardi senpre. per la tua Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze, propio. 1397 Da Prato, a dì 19 di magio. Per Arghomento.