Al nome di Dio. A dì 21 di magio 1397. Per chagione che lla lettera giunse tardi, m'ipose monna Margherita ch'io vi rispondesi io. Le lettere demo tutte. Non n'è di bisongnio per ora mandarci più ciriege. Dice Filipo, malischalcho, che lla chavalla si vuole tenere uno pezo in Bisenze a cciò ch' ella si maceri bene quello inpiastro e poi la laveremo cho' ranno e cho' sapone, sì che starà bene e poi dice la fererà di due ferri, che à bisongnio, sì che domane no' vi potrebe venire: atederemo a meterla in punto si ché verà quando potremo. Mandiavi per Arghomento ventidue panni bianchi e dodici de' l'altro, entro nella zanella ci rimandasti; e più, v'è dentro, due chanavacci grandi da mano e due tovagliuole e sei tovaglioline da tenere inazi; e più vi rimandiamo il paneruzolo mandasti cho' lle ciriegie pieno di chastangne tra le rose e la ischatolina entrovi. L'agresto abiamo auto, sì che sta bene. Idio vi ghuardi senpre. per monna Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze. 1397 Da Prato, a dì 22 di magio.