Al nome di Dio. A dì 29 d'ottobre 1397. Questa sera ne ricevemo una tua e chon esa una andava a Barzalona e fecigle dare: rispondo brieve, perché la lettera è venuto tardi e anche pensiamo ci sarai la viglia d'Ongnisanti. La donna di Nanni di Ghuiducio è venuta ogi a me ed àmi arechato una sua ghamura ed àmi detto ch'ela l'è misera; io l'ò sengniata in su la spala quanto ela vuole esere più largha che quela, e òla segniata in su la cintola che vuole quela largheza da chapo insino a quela cintola, da indi giù, se paresi loro tropo largho, d'igradilo chome si chonviene; ed òvi apichato uno pezo di pano, quanto e' vuole esere più lungho che quelo, ed ònne apichato un altro pezo isino dove vuole venire lo sparato dinanzi, no' lo ischavi nel mezo; no' ghuardi per che la ghamura sia ischavata e ricisa: faciàlo per modo che sia sì agiato che l'entri agievolemente. Ela il vole nero e vuolo chaldo e vuole le maniche più larghe e più lughe che non sono choteste. A Nicholò diremo domane quanto ci di'. Nanni àe ispento ogi al Palcho due mogia di chalcina e dice che, quando e' la spense, e' vi vide gli stimatore del chomune chon altri huomini da Prato: quande se ne venia era tardi; no' sapiàno chome la chosa s'è seghuito: per aventura Nicholò o Barzalona te ne aviserà. I maestri sono istati ogi a l'orticino: il tenpo no' gl'à dato loro istorpio. Avisaci, se tue non torni domane, se tu vuoi che noi conperiamo nula la viglia d'Ongnisanti al merchato, e farelo. Dice il Beso che non si chura che fodero tu tolgha, o biancho o nero, per infino in otto lire, per la moglie. Idio ti ghuardi senpre. per la tua Margherita, in Prato. Franciescho di Marcho da Prato, a la piaza Tornaquinci, in Firenze. 1397 Da Prato, a dì 30 d'ottobre.