Al nome di Dio. A dì 7 di luglio 1398. Istamane ricevetti tua lettera, e chon esa una ad Angniolo di Nicholò di Piero: fecigle dare; alla tua rispondo, be' che pichola risposta v'achade. Il grano ch'abiamo auto d'Arsicioli si fu istaia trentotto, che llo abiamo meso in granaio in u' monte disperse e fattovi suso la scritta, sì che sta bene; e i' lavoratore, cioè Andrea, n'ebe egli istaia trentasei ché, dice Nanni, quando bateranno alla Chiusura si n'are' più due istaia, che vi bateranno martedì, in però che domane, dice, che vogliono achoncare l'aia. Da l'ortolano òne auto, ogi, lb. venticinque; da gl'atri non n'abiamo auto nulla; non so se Benedetto si richiamerà domatina di loro: andrò domatina a lui e saprò quanto vuole fare, e quanto si farà v'aviserò. Istamane andò Nanni in Chafagio, a Barzalona, per chonperare il fieno, di che Barzalone non vi potette la matina atendere, perché ebe a esere a Prato per l'amore d'uno prete novello che fece il prete di Chafagio a Santo iStefano, di che e' v'andò ogi e dice che sono iti a Chastello Nuovo e in Tavola e a Iuolo e ànno trovato de' fieno: è tutto charo. Fra gl'atri n'ànno trovato a Iuolo due muchi che gl'à Mateo Verzoni e, perché non v'era il detto Mateo, non potettono sapere quello voleva della charata; dise Barzalone che troverebe, e saprebelo quelo che ne vuole e risponderà, e noi ve ne aviseremo. In Tavola ne voleva tre fiorini e mezo della charata. Se troveremo per chui, ti manderemo dodici pani in una zanella e parechi pere moschadella, che c'arechò Bartolo da Barberino, chongnato del Tantera, e parechi nociuole di quelle da l'orticino; delle pere n'ò ritenute parechi e l'avanzo ti mando; dice che s'era venuto a schusare perché non ne arechò le ciriegie, che dice chi gli furono tutte cholte e tolte. Arghomento no' vi viene domatina: se Dino la vorà arechare te la manderemo. Altro per ora non dicho. Idio ti ghuardi senpre. per la tua Margherita, in Prato. Francescho di Marcho da Prato, alla piaza Tornaquinci, in Firenze. 1398 Da Prato, a dì VIII di luglio.